8.L’attuazione del «golpe» viene fissata per la notte dell’8 dicembre 1970. Il 7 dicembre inizia l’afflusso in Roma dei Gruppi B e lo schieramento iniziale dei nuclei. Il Gruppo di La Spezia si raduna al Motel Agip di via Aurelia, il Gruppo di Grosseto si concentra presso la Tipografia Rotoprint di Pomezia (di proprietà di Federico Bonvicini); altri, tra cui il Gruppo di Genova, convergono nel cantiere di Remo Orlandini; il Gruppo Saccucci si reca nella palestra di via Eleniana. Il Gruppo delle Guardie Forestali che dalla sede stanziale (Cittaducale) doveva muovere nella notte sull’8 dicembre 1970 in direzione di Roma per una esercitazione in autocolonna, risulta senz’altro disponibile agli ordini di un certo tenente colonnello Berti. Lo « stato maggiore » del Fronte è riunito nel cantiere di Orlandini.
Intorno alle ore 11-12 si procede all’attuazione della prima parte del piano (ingresso nel ministero dell’ Interno). Nel pomeriggio del 7 dicembre giungono in Roma anche elementi di Avanguardia Nazionale della Liguria e Toscana (Cardellini, Sturlese, Carmassi, Mario Bottari).
Nel contempo si definiscono gli ultimi accordi per l’esecuzione completa dell’intero piano eversivo. (Nel quadro di tale disegno eversivo il 7 dicembre 1970, a sera inoltrata, un gruppo di Avanguardia Nazionale, capeggiato da Mario Bottari, muove per compiere un sequestro di personalità non nota. Sbaglia indirizzo e, tra l’altro, resta bloccato nell’ascensore del palazzo. Solo nelle prime ore del giorno successivo riesce a rientrare senza aver condotto l’operazione). Il centro operativo è costituito, oltre che dal predetto, da Salvatore Drago, Giacomo Micalizio (medico palermitano amico di Drago e di Stefano Delle Chiaie), Bonvicini, De Rosa, Adriano Monti, Junio Valerio Borghese, Lo Vecchio, il generale di squadra aerea (riserva) Casero e Rosa sono riuniti nello studio di quest’ultimo e costituiscono il comando politico dell’ operazione.
9.Intorno alle ore 24, il maggiore Enzo Capanna fa uscire dal ministero dell’interno un autocarro con 180 mitra Mab destinati a Remo Orlandini. Ma, contemporaneamente, il centro operativo riceve da Junio Borghese l’ordine di sospendere l’operazione e di far rientrare gli uomini. Motivazione data da Borghese: nessun militare è stato disposto ad agevolare l’ingresso nel ministero della Difesa.
In tutta fretta, i convenuti si al lontanano da Roma, mentre il commando entrato nel ministero dell’Interno guadagna l’uscita portando con sé parte delle armi ricevute in consegna (sembra n. 7 mitra Mab). (Il camion con i 180 Mab viene rintracciato per le vie di Roma e fatto rientrare al ministero dell’Interno. Le armi vengono scaricate e riposte dal commando prima di uscire dal predetto dicastero). Al momento di abbandonare il cantiere Oriandini, Salvatore Drago riesce a impossessarsi delle tute mimetiche, cinturoni, baschi da carabinieri e altro equipaggiamento che il gruppo La Spezia aveva al seguito per l’operazione ministero della Difesa (totale 50 combinazioni).
10.Il 20 gennaio 1971, nella sede del Direttivo del Fronte Nazionale in Roma, via XXI Aprile, ha luogo una riunione di tutti i delegati per un esame della situazione. Borghese non dà alcuna spiegazione convincente della sospensione dell’azione Tora-Tora (così definita tra i partecipanti), mentre alcuni tra i presenti ripropongono nuove imprese. Tra questi si evidenzia Giancarlo De Marchi di Genova venuto al convegno insieme al delegato della città ligure, Frattini. Nella circostanza, De Marchi fa una crìtica dell’ operato e si offre di finanziare, tramite i suoi « amici » qualcosa « di nuovo ma serio ».
Il giorno successivo Remo Orlandini va a Genova e incontra De Marchi per un discorso più approfondito. Il 22 gennaio, Frattini viene esonerato e l’avvocato genovese diventa il nuovo delegato di Genova.
11.Le attività successive del Fronte Nazionale, alle quali è sempre assente Borghese, possono sintetizzarsi in :
-27 gennaio 1971, riunione in Roma presso un circolo culturale imprecisato. Scopo: discutere sull’opportunità della ripresa dell’azione. Partecipanti: on. Filippo Di Iorio, Remo Orlandini, Fabio e Renzo De Felice, Ciabatti, Zanelli, Quattrone (farmacista, del Gruppo A di Genova), Bonvicini ;
-primi di marzo 1971, riunione in Roma, presso i De Felice (sembra in via Abetone). Scopo: quello del giorno 27 gennaio. Partecipanti: fratelli De Felice, Rosa, Ciabatti, Orlandini, De Marchi. Risultano altresì presenti due ufficiali dei carabinieri. (Nell’occasione, Orlandini prega De Marchi di acquistare e consegnare a Rosa 100 tute e accessori per equipaggiamento da carabiniere. Incarico successivamente assolto).
12.Il 17 marzo 1971 la Rai-Tv pubblicizza il tentativo di « golpe » e avviene l’arresto di Remo Orlandini e altri. Immediatamente, un gruppo di affiliati si riunisce e si autodefinisce nuovo Direttivo Nazionale del Fronte. I soggetti sono : De Marchi, Bonvicini, Zanelli, il figlio del chirurgo Pietro Valdoni, Ciabatti, Costantini (medico di Padova), Stefano Di Luia (esponente di Lotta di Popolo), Stefano Delle Chiaie, un rappresentante non noto di Ordine Nuovo di Rieti, Pomar, Micalizio e Salvatore Drago.
Nell’estate 1971 i predetti si riuniscono sul monte Terminillo, in una villa privata, ed eleggono Ciabatti rappresentante in Italia dei capo del Fronte Nazionale (Valerio Borghese infatti è fuggito in Spagna per sottrarsi al mandato di cattura).
Inoltre, in uno sforzo di rimpasto organizzativo, vengono nominati :
-Giancarlo De Marchi, delegato responsabile per il Nord-Italia;
-Bonvicini, delegato responsabile per il Centro;
Micalizio, delegato responsabile per il Sud-Italia.
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