1.Nel 1968, con il proposito di sovvertire le istituzioni dello Stato attraverso un « golpe », Junio Valerio Borghese, Remo Orlandini e Mario Rosa decidono la costituzione di un « Fronte Nazionale », cioè di una organizzazione di massa di intonazione anticomunista. Sin dall’inizio delle attività propagandistiche, si affianca al presidente del Fronte Nazionale (Junio Valerio Borghese) un costruttore edile romano, dottor Benito Guadagni, che assicura finanziamenti e risolve anche problemi personali di Borghese. La sede del Fronte viene fissata presso l’impresa Guadagni in Roma, via Giovanni Lanza n. 30. Mario Rosa, ex-maggiore della Mvsn (Milizia volontaria per la sicurezza nazionale), già comandante del III battaglione del reggimento « Cacciatori degli Appennini » dell’ Esercito della Rsi ( Repubblica sociale italiana) assume le funzioni di segretario organizzativo.
2. Le prime attività di proselitismo del Fronte Nazionale consistono nell’agganciare elementi di destra, già impegnati con il precedente regime. Tra i propagandisti più attivi è Manente, ex-funzionario dell’ufficio politico della Mvsn, all’epoca rappresentante itinerante della Cen (Casa Editrice Nazionale) che contatta, tra gli altri, i futuri delegati della Toscana. Il 19 marzo 1969, il Fronte Nazionale compie la prima sortita pubblica con una riunione presso l’Hotel Royal di Viareggio. Nel corso della riunione (presenti 200 persone circa, n.d.r.), l’unico accenno di interesse è quello fatto da Borghese in merito alle Forze armate che, secondo il presidente del Fronte, non avrebbero fatto mancare il loro appoggio nella lotta al comunismo.
3. Nel quadro delle attività divulgative delle idee, nell’ottobre 1969 vengono indette altre riunioni. Una ha luogo a Fiesole, con patecipazione di circa 300 persone tra cui il generale della riserva Marini, medaglia d’oro dell’Aeronautica militare, e dello staff del Fronte (Borghese, Guadagni, Rosa) che, al termine dell’assemblea, incontra i primi responsabili provinciali della Toscana e della Liguria nella hall dell’ Albergo Savoia per una messa a punto organizzativa. Una seconda, più ristretta, viene tenuta presso il Circolo Forze armate di Firenze.
4. Il Fronte Nazionale assunse inizialmente un’organizzazione basata su « delegati provinciali » ai quali sono affidati compiti di proselitismo e di studio di iniziative da assumere nel caso di lotta aperta e armata con i comunisti. I primi e più attivi « delegati » sono :
– Giachi, ex-centurione della Mvsn, per Firenze ;
– Elio Pomar, per Varese;
– De Rosa, per Roma;
– ingegner Pavia per Torino;
– Giuseppe Zanelli, per La Spezia ;
– Costantini, per Padova.
L’organizzazione assume poi la seguente fisionomia :
-articolazione provinciale con costituzione, nell’ambito di ciascun elemento, di due « gruppi » : gruppo A (palese) destinato al proselitismo in ambiente civile; gruppo B (occulto) destinato all’approntamento di « strumenti operativi » (essenzialmente : raccolta e conservazione armi; acquisizione di personale valido per azioni « disinvolte » ; approntamenti di « santuari ») con caratterizzazione militare ;
– dipendenza dei Gruppi B da un responsabile a livello nazionale (ingegner Adami Rook, Vice Direttore della Galileo di Firenze, già ufficiale della Regia Marina, congedato con il grado di capitano di corvetta) ;
-autonomia, a livello provinciale, del gruppo B rispetto al « delegato » istituzionalmente Capo del locale Gruppo A.
Parallelamente a livello direzionale centrale i responsabili si adoperano per far acquisire al movimento una concreta capacità operativa. Si provvede in conseguenza :
– alla costituzione di un « nucleo speciale », alle dirette dipendenze di Borghese (verosimilmente con a capo Remo Orlandini) per il tentativo di realizzare un reclutamento in ambiente militare e del ministero all’Interno ;
– all’inquadramento del personale reclutato in « gruppi » (gruppo ex-paracadutisti di Saccucci; gruppo Berti della Guardia forestale) che, all’attuazione del « golpe », avrebbero dovuto insieme ai « gruppi B » procedere alla occupazione dei posti-chiave (Ministeri, Rai-Tv, Questura di Roma, centrale elettrica di Nazzano, ponti radio);
– all’agganciamento di « Avanguardia Nazionale » al « Fronte ».
5.Dopo la riorganizzazione, i Gruppi B assumono particolare importanza nel Fronte. Le riunioni dei capi gruppo avvengono a Nugola Nuova (Pisa) in una villa di proprietà del veterinario Paoletti e sono particolarmente centrate sull’armamento.
L’organizzazione dei Gruppi B è costituita da:
responsabile nazionale : ingegner Adami Rook (è anche a capo del Gruppo B di Firenze);
Vice: Cappellini (è anche capo del Gruppo B di Pistoia);
Capo gruppo B di Pisa: professor Mazzari ;
Capo gruppo B di Grosseto : Ciabatti ;
Capo gruppo B di Livorno : Balzarini ;
Capo gruppo B di Viareggio : Giannotti (Concessionario Fiat di Forte dei Marmi);
Capo Gruppo B di La Spezia : Zanelli (che, eccezione, è anche capo gruppo A, cioè delegato di La Spezia) ;
Capo gruppo B Apuania: Pelù (del Msi);
Capo gruppo B di Genova; Frattini.
Alle riunioni del « collettivo » gruppi B partecipano, quasi sempre, elementi di Avanguardia Nazionale e Porta Casucci.
6.Una prima, concreta intenzione operativa del Fronte Nazionale si registra a fine aprile 1970. Per quanto riguarda la parte assegnata ai Gruppi B, l’ingegner Adami Rook convoca nella sua villa di Pisa i responsabili delle bande armate ed espone loro l’esigenza di predisporre uomini e armi per l’occupazione di un obiettivo in Roma, lasciando intendere che l’azione sarà condotta il 24 maggio successivo. Nella circostanza, Adami Rook :
-non fornisce indicazioni sul « piano generale » ;
-esprime alcune fantasiose modalità esecutive per l’occupazione dell’obiettivo (che volutamente non precisa) assegnato ai Gruppi B;
-preannuncia che l’azione verrà svolta in ore notturne;
-indica quale punto di concentramento di Gruppi B la zona di Lucus Feroniae, prossima all’Autostrada del Sole, casello di Fiano Romano;
-fa riserva di comunicare l’ora di concentramento al punto fissato.
L’esposizione del piano lascia perplessi i convenuti che avvertono la non fattibilità dell’operazione per la superficialità con cui l’azione è stata concepita e le scarse indicazioni fornite. Una serrata critica del piano viene fatta alcuni giorni dopo nel corso di una riunione ristretta di aderenti ai Gruppi B, in Pisa. Alle riunioni sono presenti:
-Cappellini, Capo del Gruppo B di Pistoia e vice di Adami Rook (che nonostante ciò aveva partecipato alla pianificazione);
-Mazzari, Capo del Gruppo B di Pisa;
-i fratelli Piccardo (del Gruppo B di Pistoia);
-Fiori, tipografo di Monsummano (del Gruppo B di Pisa);
-Sturlese e Cardellini, di La Spezia, aderenti ad Avanguardia Nazionale;
-Piero Carmassi di Massa Carrara, aderente ad Avanguardia Nazionale;
(I citati elementi di Avanguardia Nazionale « seguivano » sempre le riunioni dei Gruppi B).
Dall’incontro scaturisce l’esigenza di un abboccamento con Borghese perché dirima dubbi e perplessità. Il Capo del Fronte Nazionale, sentito da Cappellini in proposito al piano illustrato da Adami Rook:
-afferma che il piano non è definitivo;
-smentisce che debba essere eseguito il 24 maggio;
-definisce Adami Rook un incapace e preannuncia che, in sua vece, designerà Capo dei Gruppi B Stefano Delle Chiaie (capo riconosciuto di Avanguardia Nazionale).
Per rendere ufficiale la sostituzione, Borghese accetta di indire un’assemblea di tutti i delegati del Fronte e di tutti i Capi Gruppo B. La riunione in argomento ha luogo il 1° giugno 1970, in Roma, presso lo studio del segretario organizzativo del Fronte Nazionale, Mario Rosa, in via Sant’Angela Merici. Alla stessa partecipano tutti i delegati e i Capi Gruppi B, nonché lo « stato maggiore » dell’organizzazione. Fra la sorpresa generale, Borghese provoca un profondo risentimento soprattutto nel promotore del « chiarimento » (Cappellini) che comunica l’uscita dal Fronte Nazionale del Gruppo di Pistoia.
7.La crisi del Fronte Nazionale, a questo punto, assume dimensioni veramente allarmanti ove si consideri che:
-in effetti, l’organizzazione è presente solo in Liguria, Toscana, Lazio e Sicilia;
-i tentativi di agganciare militari in servizio non erano riusciti a causa della diffidenza degli stessi verso propositi avventuristici. Il fatto che Borghese non attribuisca importanza alla scarsa ramificazione del movimento è giustificato dal sempre più stretto rapporto fra Fronte Nazionale e Avanguardia Nazionale che, nei propositi del comandante, è destinata a costituire il « braccio armato » del Fronte.
Dopo la riunione del 1° giugno 1970, Borghese convoca sovente il Direttivo nazionale del Fronte nella sede romana di via XXI Aprile per discussioni di « strategia politica », peraltro vuote di ogni contenuto. Il Direttivo del Fronte Nazionale, al momento comprende :
-Remo Orlandini;
-Mario Rosa;
-Matta, di Milano, funzionario della Sip;
-Di Spirito, di Bari, funzionario del ministero dei Trasporti;
-Frattini, capo del Gruppo B di Genova.
Nel luglio del 1970, il piano eversivo del Fronte Nazionale è praticamente completato. Per quanto specificamente riguarda i Gruppi B, Adami Rook deve fornire uomini per l’occupazione del ministero deirìnterno e la costituzione di una riserva da impiegare a seconda delle esigenze. Per la prima necessità, nell’ultima domenica del luglio 1970, convergono in Roma una ventina di elementi dei gruppi di La Spezia e Genova (tra cui Lunetta, federale del Msi) per una ricognizione del dicastero. La ricognizione, condotta per nuclei di 3-4 uomini, è diretta da Salvatore Drago. Zona di attesa è la Galleria della Stazione Termini.
Nei primi giorni di agosto, la ricognizione viene ripetuta a beneficio del Capo Gruppo B di Genova (Frattini) e del suo « aiutante » (soprannominato « La Bestia ») che durante il soggiorno romano mettono a punto con Salvatore Drago un piano di occupazione del ministero. Tale piano, però, dopo breve tempo, viene aggiornato perché, si afferma, è stato reclutato un maggiore di Ps (tale Enzo Capanna) che si dice operi non all’insaputa del suo superiore, indicato in certo tenente colonnello Barbieri all’epoca comandante di un reparto di P.S. stanziato nella Caserma del Castro Pretorio (Roma). Egli sarebbe disposto ad agevolare l’ingresso di nuclei di uomini nel ministero rendendo più facile l’attuazione del proposito.
Panorama 26.06.1975