Il traffico di bombe S.R.C.M. tra il gruppo di Rognoni e il gruppo di Signorelli

Il pomeriggio del 12 aprile 1973, il cosiddetto “giovedì nero”, in occasione di una grande manifestazione della maggioranza silenziosa vietata dal Questore, gruppi di giovani di estrema destra avevano ingaggiato violenti scontri con le forze di Polizia. In Via Bellotti un gruppo aveva affrontato un reparto della Celere e i sanbabilini Vittorio LOI e Maurizio MURELLI avevano lanciato contro i poliziotti alcune bombe a mano SRCM che erano state loro fornite prima della manifestazione da Nico AZZI. L’agente di Polizia, Antonio Marino, colpito in pieno petto, era rimasto ucciso sul colpo ed un altro agente di Polizia era rimasto ferito. Dopo gli scontri, molti giovani di destra venivano arrestati e qualche giorno dopo anche LOI e MURELLI venivano identificati e tratti in arresto. Si concludeva così una giornata che aveva avuto un esito completamente diverso da quelli che con ogni probabilità erano i propositi dei registi dell’attentato al treno del 7 aprile e in parte della stessa manifestazione del 12 aprile.

loi,-azzi,-murelli

Infatti, se il detonatore non fosse esploso ferendo e permettendo la cattura di AZZI, sarebbe avvenuta sul treno Torino-Roma una strage forse di grandi proporzioni e certamente attribuita, per alcuni accorgimenti messi in atto dal gruppo di Rognoni, ai “rossi”. La già programmata grande manifestazione di Milano del 12 aprile, cui avevano aderito forze che andavano dal centro sino all’estrema destra extraparlamentare, sarebbe quindi stata l’occasione per chiedere una svolta autoritaria e forse la dichiarazione dello stato di emergenza.

Il piano era invece fallito perché, con l’arresto in flagranza di Azzi, la matrice “nera” dell’attentato era stata subito scoperta e, dopo il divieto della manifestazione, i giovani di destra si erano addirittura macchiati dell’uccisione di un agente di Polizia, fatto questo mai avvenuto in precedenza. Nei giorni successivi al 12 aprile, la situazione a Milano per i giovani di estrema destra si era fatta assai pesante. Certamente era assai prudente per il gruppo La Fenice, che si trovava più degli altri nell’occhio del ciclone, liberarsi della dotazione di bombe a mano SRCM di cui da tempo stabilmente disponeva e consegnarle o riconsegnarle al parallelo gruppo Drieu La Rochelle di Tivoli guidato dal Prof. Signorelli.

Di tale consegna di bombe a mano e della custodia delle stesse con l’intervento diretto del prof. Signorelli ha parlato per la prima volta Sergio CALORE allorché egli iniziò a collaborare con l’A.G. di Firenze e in seguito Calore ha ripreso più brevemente il suo racconto nel corso del dibattimento a carico di Mauro Addis ed altri, relativo al gruppo romano di Ordine Nuovo (cfr. vol.9, fasc.2).

L’episodio non è di secondaria importanza poiché da un lato lega direttamente il gruppo di Milano al gruppo di Roma e d’altro lato vede forse per l’unica volta Paolo SIGNORELLI, dismessi i panni dell’ideologo, “sporcarsi” personalmente le mani consegnando materialmente a Sergio Calore la mezza cassa di bombe a mano affinché fossero custodite in un luogo sicuro e recuperate ogni volta che fosse necessario.

Sentenza Ordinanza G.I. Salvini 1995 pag 106-107