“I cento giorni di Ordine Nuovo” – Paese Sera 30.01.1972

Alla sbarra in 42: sono accusati di aver ricostituito il disciolto partito fascista – Per 18 di essi (promotori e dirigenti) possibile una condanna da 3 a 10 anni; gli altri rischiano fino a due anni di reclusione – Il decreto di citazione a giudizio emesso ieri dalla presidenza del tribunale – Fra gli imputati l’ex tenente dei paracadutisti Sandro Saccucci (già in carcere per il fallito “golpe” di Borghese) e altri due ex ufficiali già incriminati per attentati e violenze.

Graziani

Fine dell’istruttoria (condotta con il rito sommario) contro il movimento di “Ordine Nuovo”. Il presidente del Tribunale dott. Angelo Jannuzzi, su richiesta del pubblico ministero dott. Vittorio Occorsio, ha emesso ieri il decreto di citazione a giudizio nei confronti di quarantadue fra dirigenti e iscritti all’organizzazione neofascista, che fra breve compariranno dinanzi al giudice della I Sezione penale del tribunale, per rispondere dell’accusa di avere costituito, con “Ordine Nuovo”, un movimento che per i metodi e le finalità corrisponde al disciolto partito fascista.
L’indagine su “Ordine Nuovo” incominciò agli inizi dello scorso anno. Per ordine della magistratura, la polizia effettuò perquisizioni presso le sedi del movimento, a Roma e in molte altre città, sequestrando una vasta documentazione che ha poi  permesso agli inquirenti di “individuare” gli scopi per i quali “Ordine Nuovo” era stato costituito e le finalità che i suoi promotori perseguivano. E’ tuttavia il caso di ricordare che “Ordine Nuovo”, fondato una prima volta nel 1956 dal giornalista Pino Raut, redattore del Tempo, fu sciolto in concomitanza con la nomina dell’on. Giorgio Almirante a segretario nazionale del MSI, nelle cui fila confluirono, insieme a Rauti, numerosi suoi seguaci.

I cento giorni
Qualche tempo dopo, però, l’organizzazione fu ricostituita. Ciò accadde esattamente il 21 dicembre 1969, e infatti il capo d’imputazione a carico dei 42 rinviati a giudizio fa esplicito riferimento a un’attività compresa fra tale data e il 31 marzo 1971 (in tutto cento giorni). Ma ecco i nomi degli imputati, fra i quali spiccano quelli di alcuni personaggi già noti alle cronache quali responsabili di violenze e attentati, e di manifestazioni di aperta esaltazione del defunto regime: Clemente Graziani, 47 anni, segretario nazionale di “Ordine Nuovo”, residente in Roma; Mario Tedeschi, 45 anni, Roma; Gaetano Graziani, 41 anni, Roma; Sandro Saccucci, 29 anni, Roma; Tommaso Stabile, 51 anni, Latina; Roberto Besutti, 30 anni, Mantova; Elio Massagrande, 30 anni, Verona; Leone Mazzeo, 31 anni, Bergamo; Antonio Ragusa, 25 anni, Messina; Bruno Esposito, 27 anni, Napoli; Alfonso Della Corte, 27 anni, Salerno; Leopoldo Morlunghi, 25 anni, Perugia; Renato Smantelli, 34 anni, Perugia; Umberto Balistreri, 25 anni, Bologna; Agatino Marletta, 26 anni; Claudio Bizzarri, 26 anni, Firenze; Raffaele Moschetto, 25 anni, Napoli; Augusto Pastore, 38 anni, Novara.
Questo primo gruppo comprende diciotto persone chiamate a rispondere “del delitto di cui agli articoli 1 e 2 della legge 20.6.1952, n. 645, per avere – stralciamo dal capo di accusa – organizzato e diretto il movimento politico “Ordine Nuovo”, movimento denigratore della democrazia e delle sue istituzioni, basato sull’esaltazione dei principi, dei simboli e dei metodi propri del disciolto partito fascista, dedito alla minaccia e all’uso della violenza quale sistema di lotta politica”.
Sono in sostanza coloro che hanno promosso la creazione del movimento, organizzandone e dirigendone l’attività e, in base alle vigenti norme di legge, possono essere condannati a una pena variante dai tre ai dieci anni di reclusione.
Gli altri ventiquattro imputati devono rispondere, sempre per effetto della legge n. 645, di “avere partecipato” al movimento di Ordine Nuovo. E’ una ipotesi di reato minore e quindi diversa, punita “con la reclusione fino a due anni”. (…) Più volte i giornali si sono occupati in passato dell’inchiesta “Ordine Nuovo”, che praticamente era giunta a conclusione nell’ottobre dello scorso anno quando il PM, dott. Occorsio, richiese il decreto di citazione a giudizio. Adesso, con il provvedimento adottato ieri dal presidente capo del Tribunale, anche l’ultimo atto è stato compiuto con l’assegnazione del processo alla prima sezione, che dovrà ora iscriverlo a ruolo e fissarne la data d’inizio.

Un ex parà
Si diceva che alcuni degli imputati sono personaggi già noti alle cronache: e infatti Sandro Saccucci è l’ex tenente dei paracadutisti che si trova in carcere dal marzo scorso sotto l’accusa di avere partecipato al (fallito) “golpe” di Junio Valerio Borghese; mentre Elio Massagrande, Elio Besutti (entrambi ex ufficiali dei paracadutisti), Claudio Bizzarri e Pietro Rocchini furono arrestati, nell’aprile del ’71, per ordine del giudice istruttore del tribunale di Verona, dottor Solina, che li incriminò per una serie di reati gravissimi commessi nel Veneto: attentati contro sedi dei partiti democratici, contro un negozio e un ufficio pubblico; aggressioni contro studenti universitari e incendio di un’auto di un deputato del PSIUP. I quattro sono attualmente in libertà provvisoria. Quanto a Clemente Graziani, segretario del movimento neofascista, è il caso di ricorrere che nel maggio del 1954 fu tratto in arresto perché coinvolto nelle attività eversive di un gruppo fascista.

Il primo di molti?
Quello contro gli esponenti di “Ordine Nuovo” è il primo grande processo che si celebra in Italia contro un’organizzazione di stampo nettamente fascista. E’ stato istruito in applicazione alla legge 20 giugno 1952, n.645, che riguarda la “riorganizzazione del disciolto partito fascista” (la stessa legge in base alla quale il Procuratore generale della corte di appello di Milano, Luigi Bianchi D’Espinosa, ha aperto l’inchiesta nei confronti del MSI). Negli ambienti giudiziari è stato autorevolmente dichiarato che anche la Procura della repubblica di Roma si sta interessando a fondo alle attività eversive di alcuni gruppi dell’estrema destra. E’ peraltro il caso di rilevare che il processo contro i quarantadue di “Ordine Nuovo” potrà, forse, avviare finalmente, in termini concreti, un serio discorso sulle criminose attività delle organizzazioni eversive fasciste. La democrazia e le istituzioni della Repubblica debbono essere tutelate e difese dalla tracotanza squadristica, e il dibattimento che si aprirà fra breve non può che essere il primo passo per mettere il neofascismo con le spalle al muro. L’opinione pubblica ha il diritto di reclamare, in questo senso, che la legge sia applicata inflessibilmente.

Paese Sera 30.01.1972