Gelli, Delle Chiaie e Cosa Nostra: estratto sentenza Sistemi Criminali 21.03.2001

Ora, a parere del P.M. sono stati acquisiti sufficienti elementi in ordine alle seguenti circostanze:

  • all’inizio degli anni ’90 venne elaborato, in ambienti esterni alle organizzazioni mafiose ma ad esse legati, un nuovo “progetto politico”, attribuibile ad ambienti della massoneria e della destra eversiva – in particolare – agli indagati Licio Gelli, Stefano Delle Chiaie e Stefano Menicacci;
  • a tal fine, venne messa in atto in quegli anni una complessa attività preparatoria-organizzativa, sul terreno politico, di movimenti meridionalisti finalizzati alla costituzione di un nuovo soggetto politico meridionalista di riferimento, che doveva fungere da catalizzatore delle spinte secessioniste provenienti dal Meridione;
  • in epoca successiva, all’interno di Cosa Nostra, si deliberò di adottare una strategia della tensione finalizzata a ristrutturare i “rapporti con la politica”, attraverso l’azzeramento dei vecchi referenti politici e la creazione delle condizioni più agevoli per l’affermazione di nuovi soggetti politici, che tutelassero più efficacemente gli interessi del sistema criminale;
  • all’interno di tale strategia venne presa in seria considerazione, almeno nella fase iniziale, e prima della sua attuazione, l’opzione secessionista. Non sono, tuttavia, sufficienti per sostenere l’accusa in giudizio gli elementi acquisiti in ordine alla correlazione causale fra tali circostanze. Non è, insomma, sufficientemente provato che l’organizzazione mafiosa deliberò di attuare la “strategia della tensione” per agevolare la realizzazione del progetto politico del gruppo Gelli – Delle Chiaie, né che l’organizzazione mafiosa abbia approvato l’attuazione di un piano eversivo-secessionista per effetto di contatti col gruppo Gelli – Delle Chiaie. Ed è infatti ipotizzabile – allo stato degli atti – anche una spiegazione alternativa: e cioè che il “piano eversivo”, concepito in ambienti “esterni” a Cosa Nostra, sia stato “prospettato” a Cosa Nostra al fine di orientarne le azioni criminali, sfruttandone il momento di “crisi” dei rapporti con la politica e che l’organizzazione mafiosa ne abbia anche subìto – anche temporaneamente – l’influenza, senza però impegnarsi a pieno titolo nel piano eversivo-secessionista. Peraltro, la verifica di tale ipotesi, e cioè dell’eventuale influenza di “soggetti esterni” sulle determinazioni di Cosa Nostra nella fase iniziale della strategia della tensione attuata nel 1992, esula dallo specifico oggetto del presente procedimento, costituendo invece materia del separato procedimento penale concernente l’omicidio dell’on. Salvo Lima, cui si è già fatto cenno.Richiesta di archiviazione del proc. pen. n.2566/98 R.G.N.R. GELLI + 13 pag 148-150