“Un Sogno di troppo” – Panorama 07.11.1974

In tutto erano sessanta, per lo più sulla cinquantina, qualcuno col fazzoletto azzurro al collo e le medaglie bene in vista sul risvolto della giacca. Domenica 27 ottobre, nella saletta riunioni del Movimento europeo, in viale Baccelli a Roma, i delegati delle 37 associazioni provinciali che compongono il Fivl (Federazione italiana volontari per la libertà, l’organizzazione degli ex-partigiani cattolici e liberali, 3 mila aderenti, sedi concentrate nell’Italia centro-settentrionale), erano molto ansiosi.
Aspettavano l’intervento del presidente nazionale: il ministro dell’Interno Paolo Emilio Taviani. Dal tono delle sue parole, dalla durezza dei suoi anatemi, sarebbe dipesa l’espulsione dalla Federazione, chiesta da molti di loro (a eccezione di un gruppo di sostenitori torinesi, genovesi e milanesi) del vicepresidente, liberale, Edgardo Sogno.

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Coinvolto nelle indagini della destra, con una comunicazione giudiziaria per “cospirazione politica mediante associazione” emessa dal giudice torinese Luciano violante, Sogno, medaglia d’oro della Resistenza, non era presente (vive da due mesi nascosto in un rifugio segreto). Taviani fu durissimo contro l’ex comandante della divisione Franchi e contro le sue idee di riforma costituzionale. “Il caso Sogno è un fatto deplorevole”, disse Taviani, “le tentazioni golpiste vanno perseguite”, “la repubblica deve difendersi dai fascisti”. Alla fine dell’intervento l’allontanamento di Sogno dalla Fivl fu inevitabile (49 sì contro 6 astensioni e nessun no). “Estromesso Sogno”, dicono gli oppositori di Taviani del circolo partigiano Valle Bisagno di Genova,  “il ministro dell’Interno e i Dc possono dominare la Fivl”. La battaglia aperta fra Taviani e Sogno per il controllo dei partigiani bianchi e liberali è cominciata nel 1973 quando, rispettivamente, furono eletti alla presidenza e alla vicepresidenza della Federazione.
Il 25 aprile di quell’anno, in un comizio a San Bernardo di Bastia (Mondovì), Sogno, in presenza di Taviani, polemizzò duramente contro  “la classe politica” e invocò “la repubblica presidenziale”. Taviani gli rispose per le rime, accusandolo di qualunquismo. Da quel giorno Sogno, con l’aiuto del suo braccio destro, Luigi Cavallo,  direttore della rivista golpista Difesa Nazionale, cominciò una campagna di denigrazione di Taviani e di due suoi collaboratori: Aurelio ferrando e Francesco Colantuoni, accusati “di aver sperperato 250 milioni di finanziamenti ottenuti dall’Eni per la Fivl”, e di aver finanziato con 6 milioni della Fivl “la rivista politica Civitas, organo della corrente tavianea”.
Ai primi di aprile in tutta la Liguria fu affisso un giornale murale Lotta per le giustizia, ispirato da ambienti vicini a Sogno, pieno di insulti contro Taviani: “Taviani non è degno di essere ministro dell’Interno e presidente della Fivl perché ha permesso al gruppo Ferrando-Colantuoni di screditare la Fivl con una gestione amministrativa scorretta, illecita e truffaldina”. Contemporaneamente l’agenzia di Sogno, Progetto 80, iniziava una dura campagna contro la “comunistizzazione dello Stato”, lo “spostamento a sinistra”, “gli atteggiamenti settarie falsamente unitari” di Taviani.
In seguito agli attentati fascisti della primavera scorsa, Taviani aveva modificato la linea centrista e duramente anticomunista della Fivl, avvicinandola alle altre associazioni partigiane: l’Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia), 160 mila aderenti, controllata dai comunisti e presieduta da Arrigo Boldrini, e la Fiap (Federazione italiana associazioni partigiane) 15 mila simpatizzanti composti da socialisti, socialdemocratici, repubblicani, ex combattenti delle brigate Giustizia e Libertà, e presieduta dal senatore Ferruccio Parri.
Dopo la rottura dell’unità partigiana nel 1948, i cattolici della Fivl guidati dall’ex presidente dell’Eni Enrico Mattei e da Taviani, si erano sempre limitati a un’attività celebrativa e non politica evitando di mischiarsi con socialisti e comunisti. “Oggi la situazione è cambiata”, dice Giulio Mazzon, segretario nazionale dell’Anpi, “la Fivl firma documenti con noi, Taviani va alle manifestazioni con Luigi Longo. Nella Fivl ormai Sogno ci stava troppo stretto. Oggi la Resistenza lui la vuole fare contro la democrazia e l’unità antifascista”.

Carlo Rossella, Panorama 07.11.1974