Sergio Calore – dichiarazioni 27.11.1981

Ho chiesto tramite il mio difensore di venire interrogato in modo da potere svolgere nel modo piu’ completo ogni argomentazione a mia difesa in ordine ai reati di cui all’ordine di cattura gia’ notificatomi. Ho preso atto delle dichiarazioni di Farina in sede di confronto e sono in grado di confutare agevolmente le sue accuse. A quanto mi consta la deposizione Farina si basa su tre punti fondamentali:

1) che per me e Pedretti era necessario il ruolo di intermediario del Farina per comunicare con l’esterno al fine di reperire l’esplosivo;

2) che l’attentato sarebbe stato preceduto da una telefonata al giudice Vella che avrebbe motivato l’attentato come risposta ad un rinvio a giudizio degli imputati del processo dello Italicus che altrimenti sarebbero usciti per scadenza termini;

3) egli asserisce essergli stato richiesto un quantitativo di 15o kg. Di nitroglicerina.

Mi e’ facile contestare queste affermazioni atteso che, riguardo al punto 1):

– nel medesimo giorno di arrivo del Farina nella sezione (il Farina afferma di esservi rimasto solo 48 ore) erano state scarcerate due persone poi coimputate nella banda armata contestata con ordine di cattura emesso dalla procura di Bologna, Corsi Mario e Morsello Massimo. Di conseguenza non vi sarebbe stato bisogno di trovare una persona per comunicare all’ esterno, sempre che l’ipotesi delittuosa contestata risponda al vero: preciso meglio che se fosse vero che la strage di Bologna fosse stata ideata ed organizzata da me e dagli altri coimputati, non sarebbe stato necessario rivolgerci a Farina per reperire l’esplosivo, dato che nello stesso giorno in cui questi arrivarono alla nostra sezione sono state scarcerate due persone imputate di partecipazione a quella stessa banda armata della quale mi si contesta l’appartenenza.

Riguardo al punto 2):

– rappresento la assoluta invero somiglianza della tesi di Farina sul significato e finalita’ dell’ attentato di Bologna poiche’ in nessun caso il Tuti, il Franci avrebbero potuto giovarsi della scarcerazione per decorrenza termini, atteso che erano detenuti in espiazione di pena per altra causa. Malentacchi peraltro era in stato di liberta’. In ogni caso potra’ essere ascoltato il dr Vella in merito alla telefonata in questione.

Riguardo al punto 3):

– faccio presente che la richiesta di 150 kg. Di esplosivo e’ per il tipo di esplosivo e per il quantitativo richiesto del tutto inverosimile. Faccio presente che ho prestato servizio militare con la mansione di artificiere e che, chiunque abbia un minimo di conoscenza della natura degli esplosivi, escluderebbe a priori, dalle sue eventuali scelte, per qualsivoglia utilizzo, la nitroglicerina a causa della sua sensibilita’ e della sua imprevedibilità di comportamento, se sottoposta a sollecitazioni meccaniche o termiche di tipo anche lieve.

767174 SERGIO CALORE

Tra l’altro la dizione “nitroglicerina stabilizzata” che ho visto usata da organi di stampa in riferimento a presunte dichiarazioni del pm Bologna e’ del tutto fantasiosa ed anzi a mio avviso puo’ essere considerata una invenzione estemporanea tendente a fornire un minimo di credibilita’ all’ altrimenti carente ed inconsistente deposizione di Farina. Il procedimento per stabilizzare la nitroglicerina ovviamente esiste, ma, da tale procedura ha origine un esplosivo notissimo: la dinamite “Nobel” . A nessuno è mai venuto in mente di definire la dinamite come “nitroglicerina stabilizzata” . A tal proposito si puo’ consultare l’elenco dei tipi e dei nomi commerciali e tecnici degli esplosivi, di cui al Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS) . Infine vorrei far notare che a tutt’ oggi si continua a dar credito alla deposizione del Farina, nonostante lo stesso riferisca di aver avuto uno scambio verbale con me nella sua cella del carcere di Rebibbia alle ore 22,30, quando e’ facilmente riscontrabile con un semplice interrogatorio del personale di vigilanza del medesimo carcere che dopo le ore 2o,oo e’ impossibile recarsi in celle diverse. Era vietato recarsi in celle di altri. Lo potranno testimoniare gli agenti di custodia in servizio nei giorni cui si riferisce il Farina.
Ho prestato servizio militare dal maggio 1973 frequentando dapprima il car di Arezzo l’ottantaquattresimo reggimento fanteria “Venezia”, successivamente la scuola allievi artificieri di Roma, poi per due mesi la polveriera di Cecina (sino agli inizi del dicembre 1973) successivamente sono stato al quattordicesimo gruppo artiglieria pesante campale di stanza a Bressanone, congedandomi nel luglio 1974.

Subito dopo l’addestramento di Arezzo sono stato assegnato senza mia richiesta alla scuola allievi artificieri. Si è trattato di assegnazione d’ufficio come avviene normalmente. Occupavo la cella nr 11 del reparto G9 sezione b, mentre – come è noto – Pedretti era in quella nr 10. Lo stesso giorno dell’arrivo del Farina erano stati scarcerati Delle Vedove Alvaro, Morsello Massimo, Catena Maurizio, che occupavano la cella del Pedretti. Questi, che era rimasto solo, e’ venuto a cenare nella cella nr 11, in cui oltre a me c’erano Proietti Antonio, Mariani Bruno, Modigliani Litta Andrea, ai quali si erano aggiunti per la cena Dimitri Giuseppe, Montagna Alessandro, Fioravanti Cristiano. Oltre a questi vi era un’ altra persona che potrebbe essere o Marchi Veriano, o Femia Roberto o Fiore Antonio. Non ricordo se sia arrivato prima nella cella nr 10 prima il Farina o il marchi, in ogni caso quando arrivo’ il Farina la cella era vuota. Sono sicuro di questo fatto in quanto il Pedretti soltanto dopo cena si accorse che nella sua cella era sopraggiunta una persona e precisamente il Farina. Quindi, se il Marchi era gia’ arrivato, si trovava a cena o nella cella nr 11 o nella cella nr 7.

Terminata la cena tutti noi che avevamo cenato insieme ci siamo spostati nella sala della televisione. Debbo presumere che Farina sia rimasto nella cella nr 10 poiche’ non ricordo che sia venuto con noi nella sala tv, marchi invece è venuto – se ben ricordo – anzi preciso lo vidi nella sala tv a quanto ricordo. Non ricordo se Pedretti ci segui’ o meno nella sala tv. Avevo visto Farina per televisione al canale “SPQR”. La sala tv era costituita da una cella piu’ grande che viene  chiusa a chiave. Al termine dello spettacolo l’unica guardia della sezione accompagnava tutti insieme i detenuti che erano nella sala tv nelle rispettive celle, aprendo le celle di ciascuno una alla volta. La prima occasione di scambiare convenevoli con Farina è stata nel pomeriggio del giorno successivo quando intorno alle 18,00, anzi dopo, sono andato nella cella di Pedretti a bere un vino brule’ . Nella mattinata non avevo visto il Farina. Marchi Veriano aveva gia’ cambiato cella andando in quella nr 7 scambiando il posto con Fioravanti Cristiano che era passato alla cella nr 10. Inoltre Insabato Andrea era pure passato nella cella nr 10 sicche’ era completa. Quando prendemmo il vino brule’ erano presenti Mariani Bruno, Insabato e se ben ricordo Fioravanti Cristiano oltre al Pedretti e Farina.

Femia era in sezione all’incirca da aprile e talvolta pranzavamo insieme. Faceva parte del gruppo di una dozzina di persone che erano commensali abituali pur dividendosi in due o tre gruppi. Non ho avuto altre occasioni oltre a quella riferita di intrattenermi con Farina, del quale ignoro i movimenti fino al momento in cui nel giorno successivo cambio’ sezione. Per quanto ho potuto constatare il Farina da tutti noi era trattato in modo del tutto normale. Il primo numero di “Costruiamo l’Azione” fu datato gennaio ‘78.
Non ritengo di fornire il nome delle altre persone che collaboravano con me al giornale. Veniva stampato presso la tipografia grafica “Tivoli” . Le spese di stampa erano in parte coperte dalle vendite e in parte da un gruppo di 5 o 6 sostenitori che erano anche i promotori dell’ iniziativa. Non intendo riferirne i nomi. L’ideologia anzi l’idea propugnata da “Costruiamo l’Azione” vedeva come punto centrale la necessita’ di ricomporre un movimento rivoluzionario facendo superare gli schematismi ideologici alle forze che pur collocandosi all’ estrema destra e all’ estrema sinistra o direttamente fuori dagli schemi parlamentari propugnavano tesi politiche anticapitalistiche sul piano economico e antiborghesi su quello morale, e cio’ soltanto utilizzando il dibattito ideologico e politico, e proprio per questo motivo il nostro strumento era un giornale.

“Comunita’ Organiche di Popolo” rappresentavano, come risulta dalla sigla, le esigenze di vari giovani di costituirsi in strutture autosufficienti ed autogestite per sperimentare modelli alternativi di associazione. Le idee principali della “Cop” sono espresse in un documento pubblicato nel nr 5 di “Costruiamo l’Azione” sotto il titolo “Comunita’ per la Rivoluzione di Popolo” . Vi sono differenziazioni tra “Costruiamo l’Azione” e le “Cop” in quanto, a nostro parere, le “Cop” si muovevano su un piano irreale e utopistico dato che ritenevano possibile arrivare ad un superamento degli schematismi soltanto sulla base della creazione di realta’ autogestite, mentre noi ritenevamo necessario lo sviluppo delle tematiche politiche attraverso manifestazioni, dibattiti ed altre iniziative nel campo sociale che dovevano essere necessariamente propedeutiche alla creazione di un nuovo modello sociale. Il fatto di aver aperto sul nostro giornale un dibattito con le tesi politiche delle “Cop” non vuol dire che fosse l’unica tesi organizzativa da noi propugnata dal momento che nei numeri precedenti al 5, nella rubrica dedicata a “contropotere” avevamo esposto quelle che ritenevamo essere le nostre posizioni di partenza per sviluppare il dibattito cui gia’ ho accennato. L’articolo apparso a pagina 11 del nr 5 del giornale del “fronte unito” dell’ area rivoluzionaria e’ solo una proposta ai lettori da noi pubblicata, non ricordo che la invio’ ed escludo che la bozza sequestratami sia stata scritta con la macchina da scrivere che usavo io.

Col discorso del “fronte unito” non ci riferiva a gruppi e quindi non costituiva un invito alle “Brigate Rosse” ed a “Prima Linea” si rivolgeva invece alle persone che militavano in qualsiasi gruppo ed anche in quelli (tanto nelle BR quanto nella DC). Prendo visione del manifesto “Liberta’ per i detenuti politici” a firma “Comitati popolari contro la repressione”. Curai io la stampa del manifesto che fu diffuso in circa 4000 copie. Se la sv mi dice che fu diffuso a Padova ad opera di certo Contin che dichiaro’ di averlo ricevuto dal Fachini, dichiaro che non conosco il Fachini. Nell’ ambito del programma per opporre al “Fronte unico della repressione” prodotto a nostro parere dai governi di “Solidarieta’ Nazionale” , ho organizzato insieme a ragazzi delle “Cop” la conferenza dibattito che doveva svolgersi al cinema Hollywood di Roma, tra questi ragazzi vi era Scarano. La conferenza doveva essere tenuta dal professore Semerari Aldo.

Non si svolse la conferenza nonostante fosse intervenuto il professor Semerari, perche’ vi era pochissima gente. Io avrei dovuto condurre il dibattito tra il pubblico ed il conferenziere. Parlai soltanto io per circa 15 minuti. Al termine del mio intervento il professor Signorelli volle distinguere la sua posizione dalla mia. Signorelli, che collaborava saltuariamente al giornale “Costruiamo l’Azione” volle chiarire che non condivideva la mia apertura con l’autonomia. Organizzai una conferenza a latina con l’aiuto di bravi cesare, il quale mi aiutava anche nella diffusione di “Costruiamo l’Azione” ed a lui portavo le copie del giornale. Non ho conosciuto nessuno che si chiami Battaglia Carlo. Non ho mai avuto con Pedretti rapporti di contenuto politico mentre li ho avuti col Signorelli con il quale pero’ nella citata occasione della conferenza al cinema Hollywood ho verificato una divergenza assoluta di vedute.

Conobbi Concutelli in questo carcere di Novara nel novembre 1980. Intercorreva tra me ed Izzo una corrispondenza. Con lui non mi sono incontrato a Rebibbia nel 1980, l’avevo conosciuto nel giugno 1979 nella sezione differenziati del braccio G12 di Rebibbia, ed a partire dalla primavera del 1980, dopo averlo incontrato casualmente mentre mi recavo a colloquio, intrapresi con lui una corrispondenza; nel corso di tale corrispondenza egli mi informo’ di trovarsi in cella con Concutelli e con Freda. E’ vero che nelle lettere che la sv mi mostra si fa cenno al fatto che Izzo si riprometteva di parlarmi degli incontri tra Concutelli e Freda, ma non avemmo occasione di incontrarci e quindi ignoro il contenuto di quanto volesse riferirmi Izzo. Di Zani Fabrizio non ne ho sentito parlare. Prendo atto del riferimento a Zani nella lettera del 05.05.80, ma non ricordavo questo particolare e non incontrai Zani. Non ho mai sentito parlare di una possibile evasione di Concutelli. Leggevo il giornale “Anno Zero” all’ epoca in cui usciva. Lo acquistai a Roma durante una licenza militare, non ricordo da chi. Sono stato in Tunisia nell’ estate del 1978, non in Marocco. Fu una vacanza insieme ad amici. Il professor Mutti l’ho conosciuto in carcere nel luglio 1979. Ma non si e’ stabilita neanche una amicizia tra di noi. Mi occupavo io della diffusione di “Costruiamo l’Azione”. Il giornale veniva diffuso principalmente a Roma. Insieme al giornale veniva diffuso un manifesto che costituiva l’inserto. Il manifesto contro la repressione che la sv mi ha mostrato era appunto un inserto. Vi era qualche abbonato del giornale nel Veneto, ricordo uno a Bassano veniva spedito ad essi. La mia militanza politica non nasce con “Costruiamo l’Azione”. Dal 1967 al 1970 ho fatto parte del movimento degli studenti medi, su posizioni anarco – comuniste; poi alla fine del 1971 mi avvicinai al circolo “la Rochelle” , un circolo politico – culturale su posizioni eterodosse rispetto a quelle della destra tradizionale e in quelle circostanze conobbi Signorelli. Tra gli altri frequentatori del circolo vi erano altri professori del luogo, cioe’ di Tivoli, ove viera la sede in via San Bernardino da Siena, tra cui certo professor Sabbatini o Sabadini. Il circolo promuoveva conferenze e dibattiti, poi subi’ un attentato, nel 1974, e cessò di esistere. Da allora mi interessai delle questioni legate al peronismo. Partecipai ad una conferenza – come ascoltatore – presso il comitato regionale della Democrazia Cristiana (DC) sull’ argomento. Frequentai i gruppi di impegno politico della dc in via 4 Novembre.

Saltuariamente frequentavo l’abitazione del Signorelli, che prima del 1972 abitava a Tivoli. A casa di Signorelli non vi era un preciso punto di riferimento, ma capitava talvolta d incontrare altre persone e si discuteva di politica. Non intendo indicare i nomi delle persone che incontravo a casa di Signorelli. Nel 1975 per circa 6 mesi frequentai la palestra “Darma Karate” di Tivoli di Todini Carlo. Maestro era certo Parisini Aldo. Ho frequentato “Radio Popolare” solo un paio di volte. Alla inaugurazione vi erano Signorelli Paolo, Guida Carlo Alberto ed un altro che tennero la conferenza. Il responsabile della radio era certo Sgro’ o Isgro’ . Ricordo costui perche’ era strabico o aveva un occhio fisso. Conobbi Guida Carlo Alberto nel 1969 in quanto lui era presidente del “Centro nazionale fiamme” , cui era affiliata la societa’ sportiva “Fiamma Tivoli” , di cui ero presidente. E’ un ente morale finanziato dal Coni che si caratterizza per il simbolo formato da uno scudetto tricolore con una “F” sul bianco.