Generali, mafiosi, uomini dell’alta finanza, dirigenti del Msi, ex-ministri come Randolfo Pacciardi ed ex-partigiani come l’ambasciatore Edgardo Sogno, sono i protagonisti della seconda e ultima parte del rapporto segreto del Sid sulle trame eversive che tra il 1968 e il 1974 misero in serio pericolo la stabilità democratica del paese. Nella precedente puntata, Panorama ha pubblicato la prima parte del rapporto del controspionaggio, consegnato il 15 settembre 1974 dall’ allora ministro della Difesa, Giulio Andreotti, alla magistratura. Era la ricostruzione fatta dal Sid del tentato golpe nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 1970 da parte dei congiurati riuniti sotto il Fronte Nazionale di Junio Valerio Borghese e dai nazifascisti di Avanguardia nazionale diretti da Stefano Delle Chiaie.
Su quel primo tentativo di colpo di Stato l’opinione pubblica italiana seppe la verità, e soltanto in parte, tre anni più tardi, senza però venire a conoscenza del fatto che nel frattempo la stessa centrale eversiva stava organizzando altre trame e una serie di attentati ancora più sconvolgenti. Adesso l’ultima parte del rapporto del Sid li svela interamente.
1.L’avvocato Giancarlo De Marchi, « responsabile in Italia » del Fronte Nazionale, succeduto nella gestione del movimento a Ciabatti nel maggio si è adoperato per la costituzione di « gruppi operativi» idonei ad affiancare – nel quadro generale del tentativo di rovesciare le istituzioni dello Stato – altre formazioni estremiste di destra. L’avvocato De Marchi aveva rapporti con Carlo Fumagalli e partecipava al progetto di creare una situazione di tensione in Valtellina e in Liguria come premessa di una guerra civile che nuclei isolati (Gianni Nardi e Giancarlo Esposti, il primo latitante perché accusato dell’assassinio del commissario Luigi Calabresi, il secondo ucciso a Pian di Rascino in uno scontro con i carabinieri dopo la strage neofascista di Brescia, n.d.r.) avrebbero dovuto estendere anche alle regioni centrali del paese per imporre alle Forze armate di intervenire e assumere il potere.
2. Dopo l’arresto dell’avvocato De Marchi, 12 novembre 1973 (la velleitarietà delle organizzazioni di estrema destra liguri si sarebbe espressa con il proposito di effettuare un attentato a Taviani e un’azione dinamitarda contro l’abitazione genovese del ministro. A tale scopo si era cercato di procurarsi l’esplosivo facendo capo a Bologna, ove fiorirebbe un « mercato del tritolo », L. 30 mila al kg. Promotore dell’iniziativa sarebbe stato Pietro Benvenuti, di Ordine Nuovo di Genova), e l’espatrio di Attilio Lercari l’obiettivo eversivo è stato perseguito da Salvatore Drago che intendeva creare, autonomamente, una situazione di rottura mediante:
-azione di forza in direzione del Quirinale, a cura di un « commando »;
-imposizione al presidente della Repubblica dello scioglimento delle Camere e nomina dell’onorevole Randolfo Pacciardi a capo di un governo di tecnici.
Il piano dava per scontato che Pacciardi potesse contare sull’appoggio delle Forze armate e a tale scopo Salvatore Drago sembra abbia sollecitato il generale Ugo Ricci, a Salerno, a ricercare adesioni presso alti e responsabili Comandi, mentre i tentativi di aggancio di personale militare venivano operati da Delmano Cannoni. Per l’attuazione del piano era previsto l’intervento, oltre che del « commando » citato, di:
-un consistente gruppo del personale dipendente dal ministero dell’Interno (partecipazione garantita dallo stesso Salvatore Drago);
-gruppi di carabinieri che il maggiore Salvatore Pecorella e il capitano Lorenzo Pinto (il capitano Pinto chiede, nel maggio e nel giugno a rappresentanti del Fronte Nazionale se sono disposti a far partecipare un gruppo selezionato di uomini a una « azione particolare in Roma ». Sia nella prima che nella seconda circostanza, il Fronte non raccoglie la richiesta. Nel contesto dei contatti, Pinto lascia intendere che l’esigenza è connessa con progetto concordato con Pecorella e Drago).
Per l’attuazione del proposito, inizialmente era stata fissata la data 12-14 maggio 1974 e, successivamente, quella del 10-15 agosto 1974 (in coincidenza di quest’ultima, in effetti, il gruppo degli eversori non attuò alcuna azione).
3.Oltre alle iniziative di Salvatore Drago, sono stati registrati, di recente, altri fermenti.
Movimenti di estrema destra (compresa Avanguardia Nazionale) hanno espresso l’intendimento di intraprendere una serie di azioni dinamitarde per gettare il paese in una situazione di caos e di guerra civile e imporre alle Forze armate l’assunzione dei poteri.
Gli attentati dovrebbero essere indirizzati in due direzioni:
-contro manufatti di vitale interesse nazionale (centrali elettriche, elettrodotti, ponti viari, oleodotti, eccetera) tali da paralizzare la vita di intere regioni (con carattere di estensione su tutto il paese);
-contro singole persone (in primis: Taviani, Rumor, Lama).
Consultazioni tra responsabili di organismi di estrema destra per concretare i propositi di cui sopra sarebbero avvenute alla fine di luglio a Madrid, con la partecipazione di:
-ingegner Pomar (che si interessa del finanziamento e che recepisce fondi da Bonvicini della Rotoprint di Pomezia), da Lercari per mezzo del cugino di questi, professor Mirabelli, docente universitario di tisiologia, in servizio presso l’Ospedale Maragliano di Genova, e altri. Avrebbe, tra l’altro, d’accordo con l’ingegner Pavia, finanziato Salvatore Francia con assegni;
-Junio Valerio Borghese;
-Stefano Delle Chiaie (che conserva saldamente la direzione di Avanguardia Nazionale);
-rappresentante non noto di Ordine Nuovo.
Allo scopo di coordinare le attività del Meridione, l’ingegner Pomar subito dopo il convegno di Madrid si è recato in Sicilia per prendere contatti con Micalizio.
4.L’intendimento di legare strettamente le possibilità del Fronte Nazionale con quelle di Avanguardia Nazionale si è evidenziato recentemente anche con l’attuazione di un incontro « ad alto livello » tra rappresentanti dei due movimenti (Roma, Hotel Commodore, 3 settembre 1974) convenuti nella capitale per le esequie di Junio Valerio Borghese.
Risulta che tra alcuni giorni, gli elementi più rappresentativi del Fronte Nazionale (Micalizio, Pavia, Pomar) riferiranno sull’esito delle consultazioni ai delegati del movimento. Termina qui il rapporto del Sid consegnato da Giulio Andreotti il 15 settembre 1974 alla magistratura romana. Quello che segue è il secondo rapporto, presentato direttamente dal Sid alla Procura della Repubblica di Roma nell’ottobre 1974.
1.Attualmente, la direzione del « Fronte Nazionale » è di fatto retta da un triumvirato (Pomar, Micalizio, Pavia) orientato a conferire al movimento un deciso impegno contro gli « antifascisti ». Tale « direttivo » (che intende scalzare definitivamente Remo Oliandini, presentandosi ai seguaci come promotore di « fatti concreti ») ha fissato, nel corso di due riunioni (che hanno avuto luogo il 12 settembre 1974 in Roma, alle quali hanno partecipato Pomar, Micalizio, Pavia e Uccio Parigini, cognato di Pavia. A questi in Toscana si è unito anche tale Muscolino del Msi, residente in Modena), una linea d’azione che può essere sintetizzata in:
-promozione di atti violenti volti a creare panico tra coloro che sono impegnati nella «lotta al fascismo »;
– ristrutturazione del « Fronte » e aggancio ad « Avanguardia Nazionale » per la creazione di un movimento con capacità operative a livello nazionale.
2.Azione dura. Secondo l’attuale direttivo del « Fronte Nazionale », il movimento deve evidenziare le sue capacità operative e combattere l’iniziativa antifascista. Tale proposito dovrebbe essere concretato in:
a) Eliminazione fisica di alcuni magistrati che in atto conducono inchieste contro gli extraparlamentari di destra (Violante, Tamburino, Vitalone);
b) Eliminazione fisica di uomini politici (principalmente il ministro Paolo Taviani, considerato uomo di punta nell’attacco alla destra, secondariamente il ministro Andreotti, che ha avallato le denunce del Sid) e sindacalisti di sinistra (Lama).
c) Ricatto al governo, minacciando il ricorso a uso indiscriminato di materiale radioattivo che Pomar dichiara di poter sottrarre al Centro ricerche nucleari di Ispra.
La sottrazione del materiale dovrebbe essere compiuta:
-grazie a complicità interne al Centro (non note);
-mediante l’intervento di un « commando »;
-avendo a disposizione 2 ore di tempo.
Le attività violente del « Fronte Nazionale » si dovrebbero avvalere di esecutori che gravitano nel mondo dell’estrema destra e della mafia siciliana (« L’inconveniente » occorso a Pietro Benvenuto viene commentato con disappunto e apprensione perché il soggetto – già autista dell’avvocato De Marchi – era in collegamento con elementi idonei e disponibili per atti terroristici e perché, sembra, il Benvenuto stava « preparando » qualcosa dopo aver ricevuto soldi da Attilio Lercari, per il tramite di Mirabelli).
3.Ristrutturazione del Fronte Nazionale. La ristrutturazione va intesa sotto un duplice aspetto:
-riannodare i contatti con gli elementi già del Fronte, tornati nell’ ombra dopo i fatti del 1970-1971;
-giungere a una intesa operativa con Avanguardia Nazionale (praticamente: fusione);
Per la prima esigenza dovrebbero impegnarsi i responsabili del triumvirato a mezzo di elementi dipendenti. L’intesa con Avanguardia Nazionale (che Micalizio vuole raggiungere con contatti diretti con Stefano Delle Chiaie, la cui presenza in Italia è data per certa) è basata sul la ripartizione di zona di intervento (grosso modo: Fronte Nazionale nel Nord e Avanguardia Nazionale nel Centro e Sud del Paese). La cooperazione fra i due organismi investe anche il settore finanziamento e discende da un situazione di fatto che, nel giugno 1974, Stefano Delle Chiaie e Junio Valerio Borghese, recatisi in Cile, avrebbero realizzato con responsabili di quel paese.
Più precisamente, in quell’occasione, rappresentanti cileni avrebbero assicurato appoggi finanziari da rimettere per il tramite di un’ agenzia di Import-Export di materiale cileno che Delle Chiaie e Borghese avrebbero dovuto istituire in Barcellona o Madrid (l’iniziativa, il cui avvio richiedeva una somma di milioni e per la quale Micalizio aveva versato a Stefano Delle Chiaie 3 milioni e mezzo, non si è concretata per il decesso di Valerio Borghese).
In merito a tale vicenda finanziaria però il direttivo del Fronte esprime perplessità anche perché nella situazione attuale Avanguardia Nazionale prenderebbe il sopravvento sul Fronte e lascerebbe poco margine alle iniziative di questo. Per quanto specificamente riguarda l’istituzione dell’agenzia di Import- Export il Fronte Nazionale vorrebbe acquisire garanzie imponendo l’inserimento, nella ditta, di Pavia e di Salvatore Francia.
4.Nel corso della riunione romana (29 settembre 1974), i convenuti hanno ampiamente commentato le notizie di stampa relative ai dossier Sid. Ne è scaturito l’orientamento ad affrettare i tempi per l’intesa con Avanguardia Nazionale e di soprassedere – per ora – all’attentato a Taviani.
Un esame più approfondito della situazione e decisioni pertinenti saranno prese, comunque, il 19 e 20 ottobre 1974 nel corso di una ulteriore convocazione del direttivo del Fronte Nazionale (località non ancora definita: i convenuti hanno deciso di fissarla telefonicamente nei prossimi giorni). Elemento del Fronte ha redatto un progetto di attentato al ministro Taviani. L’attentato (di tipo dinamitardo):
-dovrebbe essere condotto contro l’auto del ministro, in occasione di abituale trasferimento dell’uomo politico da Roma a Genova;
-sarebbe messo in atto lungo l’autostrada La Spezia-Genova, all’ altezza di Deiva Marina.
In particolare:
a)Il luogo dell’attentato dovrebbe coincidere con il viadotto Mezzena che si trova in prossimità dello svincolo per Deiva Marina;
b)L’esplosivo verrebbe collocato nella fessura tra due campate (in coincidenza con l’appoggio su un pilone) e lungo il guard-rail interno (per determinare la caduta della macchina nel vuoto);
c)L’innesco sarebbe realizzato con apparecchiature radio con chiave di sicurezza (realizzate da Pomar);
d)Il comando a distanza verrebbe collocato su una macchina che stazionerebbe lungo la strada provinciale che, nel tratto interessato, è prossima all’autostrada in condizione di ottima visibilità.
Per assicurare certezza di esecuzione, l’auto del ministro Taviani verrebbe seguita (con opportuna sostituzione di macchine « tallonatici ») da Roma, lungo l’abituale itinerario seguito in occasione di trasferimenti a Genova (Roma-Autostrada A1 fino a Firenze, Autostrada A11 fino all’innesto con l’Autostrada A12). Nell’ultimo tratto (Viareggio-luogo dell’attentato) l’auto del ministro Taviani verrebbe preceduta (da una vettura o moto di grossa cilindrata) perché possa essere dato avviso al nucleo dotato del comando a distanza.
Il progetto può essere realizzato solo in ore diurne, e comunque in condizioni di buona visibilità.
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