Angelo Izzo – verbale di udienza 25.11.1987 – sesta parte

L’avv. Baldi: i rapporti fra Terza Posizione e AN.

Izzo: io posso partire…

Il Presidente: facciamo una domanda piu’ specifica, dei rapporti in relazione a cosa?

L’avv. Baldi: in relazione ad episodi specifici inerenti alla doppia militanza di Di Mitri, alla provenienza di alcuni avanguardisti nelle file anche dei gruppi spontanei, come Carminati e a tutti gli altri giovani.

Izzo: ecco mi limiterò alle cose mie personali, alle cose che so, perche’ di Di Mitri e’ una cosa risaputa, ma non ne so nulla di particolare. So che Di Mitri veniva considerato un elemento di Avanguardia all’interno di Terza Posizione, pero’ io avevo ben altri motivi per pensare che Terza Posizione era legata ad AN innanzi tutto gia’ dai tempi precedenti a lotta studentesca, da cui poi nacque Terza Posizione, al fronte studentesco, io sapevo che Gabriele Adinolfi che era uno dei massimi capi di AN si recava praticamente ogni dieci, quindici giorni a prendere ordini da un certo Saverio Ghiacci che era proprio un dirigente di AN l’ho accompagnato….

Il Presidente: a noi risulta che Adinolfi era esponente di Terza Posizione.

Izzo: esatto. La storia di Adinolfi e’ questa: proviene da AN… Io dovrei dire un’altra cosa. Io con Adinolfi ho passato per esempio l’ultima estate della mia liberta’ e cioe’ l’estate ’75 in una villa insieme con Adinolfi e Dario Mariani, abbiamo fatto una vacanza. Io ho insegnato all’Adinolfi a rubare le macchine, gli ho regalato la prima pistola, cioe’ diciamo che lo conosco piuttosto bene e anche a Dario Mariani. Del resto questa circostanza e’ controllabile. Le dico un episodio: una sera dell’estate ’75 avevamo rubato una macchina e avevamo sfondato un boutique, proprio a San Felice al Circeo, per fare uno scherzo e poi siamo scappati. Siamo stati fermati dai carabinieri della caserma di San Felice: Andrea Ghira, Filippo Ghira, Gabriele Adinolfi e Dario Mariani, mentre io sono riuscito a scappare. Io Adinolfi lo accompagnavo spesso e volentieri a questi rendez-vous con Saverio Ghiacci e notavo che quest’ultimo aveva un rapporto nei suoi confronti come con un subordinato.

L’avv. Bordoni: chi aveva rapporti da subordinato?

Izzo: Adinolfi nei confronti di Saverio Ghiacci che era un uomo sulla trentina. Altro episodio che posso riferire e’ che noi le prime riunioni che facevamo come Fronte Studentesco, che era quello da cui era poi Terza Posizione e che ufficialmente non aveva nulla a che fare con Avanguardia, le facevamo in una casa a corso Trieste. Erano riunioni alle quali partecipavano abitualmente a parte i soliti: Dantini, Pascucci, con i quali eravamo molto legati come gruppo, partecipava spesso: Guido Paglia, Adriano Tilgher, cioe’ gente di AN che io gia’ conoscevo.

Il Presidente: di che riunioni si tratta? Avvenute in che anni?

Izzo: si tratta di una serie di riunioni avvenute negli anni ’73-’74, che tendevano ad unificare il mondo giovanile romano sotto la sigla Fronte Studentesco all’interno delle scuole. Erano riunioni alle quali partecipava anche gente del movimento sociale, in realta’ erano riunioni giovanili a cui partecipavano… Poi esistevano anche riunioni piu’ ristrette, fatte anche spesso nella sede di Avanguardia quella vicina a Piazza Bologna. Poi esistevano riunioni piu’ ristrette che riguardavano anche tentativi di tipo… di cui si parlava di possibilità di Golpe, cose di questo tipo, io ho riferito e c’e’ un mio verbale reso al giudice Grassi sul punto e sulle mie implicazioni in queste storie.

Il Presidente: andiamo per ordine.

Izzo: erano riunioni del fronte studentesco ed erano presenti: adriano Tilgher, guido paglia…

Il Presidente interrompe: ma si parlava mai di lotta armata?

Izzo: si’, si’, si parlava gia’ del fatto che siccome probabilmente i comunisti sarebbero venuti al potere, entrati al governo, di li’ a poco, in quel momento noi avremmo dovuto agire. L’esercito si sarebbe mosso ed in particolare i carabinieri, noi saremmo dovuti essere pronti ad agire. E queste erano riunioni che si facevano in molte occasioni.

Il Presidente: puo’ dire chi diceva…

Izzo: per esempio per dire una persona di Avanguardia anche Adriano Tilgher che so che oggi fa tanto il sessantottino, ma a quel tempo non faceva il sessantottino, anzi i discorsi che faceva erano completamente… Dico per dire insomma. Facevamo discorsi di altro tipo. Io mi rendo conto… io in certi processi sembra che…

Il Presidente: lei a queste riunioni e’ stato presente?

Izzo: si’, piu’ di qualche riunione.

Il Presidente: e quindi riferisce cio’ per conoscenza diretta.

Izzo: in certi processi sembra che l’unico reazionario sia stato io a Roma. Vado ai processi e mi sembra che l’unico che teneva una posizione reazionaria ero io. Mi sembra che a quei tempi eravamo tutti d’accordo in queste cose.

L’avv. Battista: queste riunioni come avvenivano, chi era convocato?

Izzo: io ero portato da Adinolfi. Di solito le persone che venivano erano sempre persone scelte negli ambienti studenteschi, ecc. Come persone di un certo affidamento, di un certo fanatismo, ecc. Debbo dire che io non ero una persona a livello dirigenziale, avevo diciotto-diciannove anni, pero’ godevo di un certo prestigio in quanto… Forse perche’ facevo rapine, insomma, detto in termini un po’ volgari, pero’ e’ cosi’.

L’avv. Menicacci: vuol fare i nomi di qualche partecipante a queste rapine?

L’avv. Baldi: io pregherei la difesa degli imputati di aspettare il turno.

Izzo: le riunioni avvenivano a casa di una certa Fiammetta, a Corso Trieste, che era la ragazza di un elemento di Avanguardia che si chiamava Sergio Meloni. Alla riunione in cui prese la parola Adriano Tilgher e disse queste cose, di sicuro erano presenti: Adinolfi Gabriele, i cugini Marco Sermonti e Andrea Sermonti, il capo del fronte studentesco del Giulio Cesare, Giancarlo Bertinotti, il capo del Fronte Studentesco del San Leone Magno, Massimo Palumbo. Di questi sono sicuro, poi c’erano sicuramente tante altre persone.

Il Presidente: in queste riunioni il discorso della lotta armata lo si prospettava come eventuale….

Izzo: si’, come un discorso para-poliziesco diciamo…

Il Presidente continua: nel caso che i comunisti fossero andati al governo.

Izzo: si’.

Il Presidente: quindi di lotta armata come poi e’ stata dopo, ancora non si era…

Izzo: no, non in questi termini. Posso dire questo che poi nel ’74 fui avvicinato, in maniera piu’ concreta, da Andrea Sermonti che mi disse che la cosa era imminente, perche’ diciamo io avevo un gruppo mio: Esposito, Guido, Ghira, che erano legati praticamente, esclusivamente a me e lui mi disse: “voi avete armi, ecc., Tenetevi pronti che il momento e’ vicino.” Parlammo di che cosa bisognava fare e lui disse che bisognava eliminare i quadri del Partito Comunista e dei sindacati e mi disse proprio queste parole: “lasciamo perdere gli estremisti di sinistra, perche’ a quelli ci penseranno i carri armati. Noi cio’ che dobbiamo distruggere sono gli apparati del Partito Comunista e gli apparati dei sindacati che potrebbero organizzare la resistenza, un golpe.”

L’avv. Battista: quando parla di gruppo suo, parla di gruppo politico o di gruppo di amici?

Izzo: no, no era un gruppo di amici con i quali facevo attivita’ illegali, pero’ tutti fascisti diciamo.

L’avv. Baldi: gradirei ora tornare alla domanda sui rapporti tra

Terza Posizione e AN, ma e’ stato un po’ deviato dalle interruzioni.

Izzo spontaneamente interviene: Adinolfi era il capo di Terza Posizione. Poi c’e’ la solita storia di Di Mitri, poi sicuramente c’erano anche i rapporti dei vari Dantini, Pascucci, ecc., I quali anche se loro se la tiravano da gente di Lotta di Popolo, ecc., diciamo erano i padri putativi di Terza Posizione, in realta’ erano loro il direttivo di Terza Posizione. In realta’, io ci sono stato dentro Lotta di Popolo, noi la sera abitualmente nella sede di via Giraud stavamo con quelli di Avanguardia, con quelli di Ordine Nuovo, cioe’ voglio dire che esisteva un’integrazione enorme. Quando si parla della famosa riunione del ’75, si’ probabilmente quella doveva essere una cosa. Diciamo delle sigle, ma nei fatti questa unione e’ sempre esistita.

L’avv. Baldi: per la scoperta del covo di via Alessandria, dicembre ’79, vennero arrestati Di Mitri e Nistri.

Izzo: si’.

L’avv. Baldi: cosa le ebbe a riferire Nistri di quell’arresto?

Izzo: mi riferi’ di un numero di telefono che Nistri diceva che apparteneva ad un avvocato, che secondo lui la polizia aveva fatto sparire e Di Mitri era tutto contento della sparizione di questo numero di telefono, perche’ diceva che se avessero trovato questo numero sarebbe scoppiato un “casino”. Non mi disse di chi era, cioe’ me lo disse, no, non me ricordo, mi pare che fosse il numero di un avvocato. Un’altra cosa che disse fu: “questi di Avanguardia sono proprio protetti di brutto dalla polizia, perche’ il covo era nello stesso palazzo di Adriano Tilgher, c’era il numero di questo avvocato che era legato ad Avanguardia, ecc. E non hanno avuto nessun tipo di scocciatura. Beati loro.” Si scherzava su questo fatto. Pioveva cioe’ sul bagnato, voglio dire.

L’avv. Baldi: lei il nome di questo avvocato l’ha gia’ fatto nei precedenti verbali glielo dico, se me lo conferma. E’ l’avv. Caponetti.

Izzo: a sì è l’avv. Caponetti, sì.

L’avv. Baldi: lei ebbe a sapere niente della fuga di Pozzan? Da chi?

Izzo: della fuga di Pozzan nulla.

L’avv. Baldi: della fuga di Freda e Ventura?

Izzo: si’, della fuga di Ventura so che l’ha organizzata Fachini da solo, l’ho saputo da Freda stesso. Della fuga di Freda ho saputo da due fonti e cioe’ da Freda che e’ scappato e da Benito Allatta che l’ha fatto scappare. La fuga fu organizzata da…

Il Presidente: Allatta le fece il nome di Fachini?

Izzo: non me la sento di… la fuga di Freda fu organizzata sicuramente dal Fachini e mi fu detto da Freda sicuramente, da Benito non credo che mi fu detto di Fachini onestamente. Freda sarebbe stato fatto scappare da gente di Fachini, di Signorelli e di Calore. Pero’ invece di andare in veneto….

L’avv. Lisi interviene: sono domande di un fatto gia’ passato in giudicato. Izzo continua: invece di andare in veneto, protetto da ordine nuovo, invece fu protetto da un elemento di AN che aveva una specie di fattoria nella provincia di Reggio Calabria e lui dice che stette nascosto alcune settimane, se non mesi, in questa fattoria. Dopo di che passo’ in Francia, aiutato dalla malavita calabrese che era sempre in contatto con questi di Avanguardia. Era notorio che Avanguardia era in uno stretto rapporto con Felice Zerbi, Genovese, questi qua.

L’avv. Baldi: per quanto riguarda il contatto Pozzan e Delle Chiaie, ebbe modo di saper nulla dal Giannettini?

Izzo: ora non ricordo, io ricordo un particolare che Freda si arrabbio’ con Pozzan per la tirata che aveva fatto contro Delle Chiaie, anche perche’ disse: “io vengo da una famiglia contadina e il porco si ammazza in famiglia.” Cio’ lo disse Freda nei confronti della tirata.

L’avv. Lisi: Freda veniva da una famiglia contadina?

Izzo: cosi’ mi disse Freda. Disse: “io vengo da una civilta’ contadina, da una famiglia contadina..”, Non ricordo e disse: “da noi si dice che il porco si ammazza in famiglia.”

L’avv. Baldi: io mi riferivo alla confidenza che le aveva fatto evidentemente Giannettini, non Freda…

L’avv. Lisi interrompe: per cortesia.

L’avv. Baldi: avvocato Lisi, sto parlando di atti che sono gia’ acquisiti, non chiedo di confermare i verbali, sto cercando di sollecitare… Mi sembra molto corretto questo modo di interrogare il teste, senza leggere prima i verbali.

Izzo: non ricordo.

L’avv. Baldi: se ebbe a sapere nulla di una faida esistente tra i servizi segreti e il ministero affari riservati?

Izzo: si’, si’. Pero’ non ricordo chi fu la fonte. Forse proprio Giannettini. Comunque che praticamente su Delle Chiaie c’era la storia di un mitra rubato all’armeria del Ministero degli Interni, mi pare, che questo mitra fu rifatto e cadde in mano a delle persone, non so del Sid e quelli degli Affari Riservati… Si’ e’ proprio una storia cosi’.

L’avv. Lisi: e’ una storia poco rilevante.

L’avv. Baldi: preferisco non dire prima gli episodi dei verbali e vedere se si ricorda qualcosa.

L’avv. Baldi: non e’ un fatto nuovo Delle Chiaie.

Il Presidente: e’ un fatto di trent’anni fa.

Izzo: sinceramente su questo fatto ho difficolta’ a dire se l’ho saputo di voce o me l’ha detto qualcuno.

L’avv. Baldi: Giannettini le disse niente sulla campagna stampa che aveva organizzato a.n. In ordine al Golpe Borghese?

Izzo: si’.

Il Presidente interrompe: io non l’ammetto questa domanda perche’ mi sembra che sia una domanda…

L’avv. Baldi interrompe: se vuole confermare quello che ha detto in precedenza su questo?

L’avv. Pisauro: e no.

Izzo interviene: comunque io le dico che tutto cio’ che io ho dichiarato nei verbali che ho reso a Vigna, ecc., Potrei ampliarli se mi venissero contestati punto per punto, perche’ ripeto sono verbali fatti tutti di getto, pero’ cio’ non toglie che li confermo integralmente, anche perche’ in quel momento le cose erano piu’ fresche e me le ricordavo anche meglio probabilmente.

L’avv. Baldi: si ricorda di un episodio che ebbe ad oggetto Tuti e la sua visita all’ambasciata libica, nel periodo in cui era latitante?

Izzo: si’, Tuti mi parlo’ che subito dopo essere guarito da una finta…

L’avv. Baldi interrompe: Presidente, allora dovrei ampliare il discorso e spiegare che tutti i rapporti fra il mondo eversivo della destra e il mondo della Libia e l’ambasciata libica non trovano un casuale ingresso in questo processo, ma si basano attraverso una serie di atti che vanno nel tempo e sono mantenuti inalterati e costanti e hanno una certa evoluzione, fino a giungere alla figura di Semerari.

L’avv. Battista: non e’ una domanda.

L’avv: Bezicheri interrompe: puo’ anche essere una richiesta di allargamento di imputazione a Gheddafi… non so.

Il Presidente: mi sembra ininfluente la domanda, non gliela ammetto.

L’avv. Baldi: allora io dovrei spiegare per fare le domande certe argomentazioni che mi sembra un poco intempestivo fare adesso. Comunque io proverò a farne delle altre, perche’ sono episodi all’apparenza marginali, ma che poi si inseriscono in un discorso, per me, molto significativo ed importante.

L’avv. Baldi: ebbe a sapere nulla, l’Izzo, di un attentato che doveva essere compiuto in algeria ad opera di uomini che vi erano stati mandati da Delle Chiaie?

Izzo: si’, questi sono tutti discorsi di Concutelli. Esiste un riscontro che dimostra la veridicita’, non so se sia vera, pero’ se e’ vera questa storia, e’ vero tutto. Cioe’ c’e’ una pistola che e’ una Colt 45 Commander che e’ stata sequestrata a Gianfranco Ferro, luogotenente di Concutelli. Concutelli mi disse che questa Colt ha una scritta con il nome di un ufficiale spagnolo dei Servizi Segreti della marina. Questa pistola deve essere sequestrata presso la questura di Roma e la Corte potrebbe stabilire un controllo per verificare la veridicita’ dei racconti di Concutelli. Concutelli mi disse di aver collaborato con i Servizi Segreti della marina spagnola e con francesi dell’Oas e con un uomo degli americani, della Cia, avendo oggetto degli ordini di Delle Chiaie di eliminare dei patrioti baschi, di eliminare… Ed anche un attentato in Algeria. Delle Chiaie aveva organizzato questo attentato, poi questi erano stati venduti, questi due amici suoi che erano andati giu’ ed erano stati arrestati appena giunti in Algeria e Concutelli diceva: “due bravi ragazzi, sono finiti la’ nelle prigioni algerine, chissa’ che fine gli fa fare la polizia segreta.” Cioe’ raccontava questa storia. Mi racconto’ tutti i rapporti tra Delle Chiaie e i servizi spagnoli.

L’avv. Baldi: se Izzo potesse fare un rapido cenno ai contatti tra Delle Chiaie e i sevizi segreti spagnoli, secondo cio’ che le disse Concutelli.

Izzo: Concutelli mi disse che Delle Chiaie era in strettissimi rapporti con i servizi segreti della marina spagnola, per le operazione anti Eta e poi per un attentato ad uno studio di un avvocato. Mi disse che Delle Chiaie guidava tutto questo tipo di attivita’ contro-terrorista e da qui ne avrebbe ricavato una serie di privilegi e di favori. Mi racconto’ un episodio abbastanza divertente e cioe’ che gli uomini che lui teneva che erano quasi tutti italiani latitanti e spagnoli che reclutava per questo tipo di lavoro, lui li teneva a stecchetto, cioe’ li teneva dentro gli appartamenti, gli passava i soldi per le sigarette, li teneva praticamente alla fame. Concutelli mi disse di aver partecipato ad alcune di queste operazioni in compagnia di Augusto Cauchi e un’altra volta di un ragazzo di Avanguardia triestina di cui non so il nome. Queste sono le storie piu’ o meno e Delle Chiaie diciamo era il capo di tutto questo.