“Sulle trame esplode la polemica tra i giudici di Bologna e Arezzo” – L’Unità 21.10.1976

Nuova disputa fra i giudici di Arezzo e Bologna che si so­no occupati delle inchieste sul Fronte Nazionale Rivoluzionario di Tuti e Ordine Nero. Dopo il “caso” Fianchini, l’evaso di Arezzo che con le sue rivela­zioni ha portato all’incrimina­zione di Tuti, Franci e Malentacchi per la strage dell’Italicus, una nuova vicenda divi­de la procura di Arezzo e quella di Bologna. Al centro del nuovo “caso” c’è l’avvo­cato Oreste Ghinelli, federale del MSI di Arezzo e difensore dei terroristi neri aretini.

Secondo i giudici bolognesi che hanno svolto l’inchiesta su Ordine Nero di cui Augusto Cauchi proprio ieri arrestato in Spagna era uno dei massi­mi esponenti, ci sono suffi­cienti elementi per contestare all’avvocato Ghinelli il reato di favoreggiamento nei con­fronti proprio del Cauchi, ar­restato mentre spacciava dol­lari falsi in un locale della cittadina spagnola di Mar­bella.
La stessa accusa i giudici di Bologna l’hanno rivolta an­che a un sottufficiale della questura aretina. Trasmessi gli atti per competenza terri­toriale (in quanto i reati sa­rebbero stati commessi ad Arezzo) i giudici di Bologna si sono visti tornare l’incarta­mento con una richiesta a dir poco sorprendente. La procura di Arezzo chiede, infatti, che si proceda per il reato di ca­lunnia nei confronti di colo­ro che hanno accusato Ghi­nelli: una richiesta assurda in quanto la procura aretina avrebbe prima dovuto accer­tare se le accuse contro Ghi­nelli erano infondate e rife­rire poi alla magistratura bo­lognese che in questo senso aveva voluto procedere.

In realtà vengono al petti­ne antichi nodi: già quando fu scoperta la cellula nera di Arezzo non furono approfonditi i legami che univano i terroristi con il MSI di Arezzo del quale erano esponenti Rossi, Franci, Malentacchi e Gallastroni. Ed è piuttosto significativo che solo il giudice istruttore di Bologna Vito Zincani e non la procura di Arezzo abbia af­fermato nella sentenza di rin­vio a giudizio degli ordinovi­sti neri che “a onta delle proclamazioni ufficiali le per­sone accusate di aver fatto parte di Ordine Nero opera­vano stando all’interno del partito (MSI-DN, ndr) dal quale ricevevano denaro e protezione per il tramite del locale federale e difensore di alcuni, avvocato Ghinelli”.

Queste accuse vengono dal neofascista fiorentino Andrea Brogi e da Alessandra De Bellis, moglie di Augusto Cauchi. Andrea Brogi partecipò alla famosa riunione di Monte San Savino nel corso della quale furono messi a punto: piani per gli attentati di Moiano, Ancona e Bologna. Brogi non può essere considerato un mitomane: egli faceva parte del gruppo eversivo, conosceva tutti i retroscena dell’organiz­zazione; era amico del Cau­chi e quindi le sue dichiara­zioni dovevano essere per lo meno controllate da parte del­la magistratura aretina. Più o meno le stesse accuse a Ghi­nelli le ha ribadite la moglie del Cauchi che senza dubbio sa molte più cose di quanto si crede. Del resto sulla fu­ga del Cauchi, avvenuta tre giorni dopo la strage di Empo­li, fin dal primo momento so­no stati sollevati molti inter­rogativi. Lo stesso avvocato Ghinelli ammise di essersi in­contrato con il Cauchi poche ore prima che sparisse dalla circolazione. Il federale di Arezzo precisò in quell’occasione di aver consigliato il giovane di Cortona a presen­tarsi alla polizia. Apparve strano tra l’altro che Cauchi, nonostante fosse conosciuto per la sua attività di picchia­tore e di appartenente alla organizzazione eversiva Ordi­ne Nuovo, non venisse posto sotto controllo appena il suo nome, saltò fuori dall’agenda del Tuti e si sia atteso tre giorni prima di spiccare l’ordine di cattura.

La procura di Arezzo ha passato la patata bollente a Bologna, senza però rispondere agli interrogativi sollevati dai magistrati bolognesi i quali si trovano nella condi­zione di non sapere se l’avvo­cato Ghinelli è incorso nel reato di favoreggiamento pro­prio perché i loro colleghi di Arezzo non vogliono preci­sarlo. Questo nodo deve essere sciolto se si vuole fare piena luce sui favoreggiatori, sui mandanti e i finanziatori delle trame nere in Toscana.