Fulvio Martini – dichiarazioni 27.10.1993

Adr: attualmente sono indiziato presso il tribunale dei ministri nel procedimento relativo alla struttura Gladio. Non ho altre pendenze.

Il GI. fa presente all’amm. Martini che intende sentirlo unicamente su questione concernenti la posizione del ten. Col. Mannucci Benincasa; che in questo atto non verranno prese in considerazione questioni concernenti la struttura Gladio, riservandosi di acquisire presso l’ag competente le dichiarazioni già rese. Che quindi a parere dell’ufficio appare appropriata l’audizione nella forma della deposizione testimoniale. L’amm. Martini concorda.

Adr: prendo atto che vengo sentito in ordine all’apposizione del segreto di stato circa le fonti utilizzate per stabilire il collegamento fra il Mannucci e il Cauchi. Ricordo che il col. Lombardo aveva l’esigenza di coprire dette fonti in quanto in Toscana avevamo soltanto tre fonti nell’estremismo di destra e sarebbe stato particolarmente grave doverle bruciare. Questo spiega l’annotazione di Lombardo di “coprire ad ogni costo” dette fonti che lei G.I. afferma di avere rilevato in un appunto del servizio concernente la questione. Circa questa questione ho avuto contatti solo col col. Lombardo, allora capo della prima divisione e non ho avuto invece rapporti diretti col capocentro cs di Firenze. Certo è che il col. Lombardo diceva che Mannucci insisteva per la copertura di queste fonti.

Adr: non ricordo in questo momento come si chiamasse il collegamento fra Mannucci e Cauchi. Il nome di Oggioni non mi dice nulla, non l’avevo mai neppure sentito ed in ogni caso ora non lo ricordo. Prendo atto che questo Oggioni, medico di Montevarchi sarebbe stato, secondo il materiale documentale del servizio, uno degli elementi di collegamento fra il Cauchi e il Mannucci. Prendo atto che lei g.i. mi fa presente che detto Oggioni è risultato iscritto alle liste P2 e che era un amico personale di Mannucci ed era uno dei medici dei quali si serviva il personale del centro cs di Firenze. Di tutto questo non so nulla. Forse se avessi saputo che Oggioni era stato iscritto alla p2 avrei fatto qualcosa.

Adr: prendo atto che l’Oggioni e la Ghelli (anch’essa indicata come raccordo fra il Cauchi e il Mannucci), negano strenuamente quanto invece risulta nelle carte del servizio sul loro rapporto con Cauchi e Mannucci. Tutte le notizie relative alla questione e che si trovano agli atti del servizio, sono state acquisite tramite il Mannucci. Che io sappia non sono state fatte indagini a riscontro. In ogni caso non sarebbe la prima volta che un capocentro per ragioni sue si inventa delle fonti.

Adr: chiestomi per quali ragioni abbia allontanato Mannucci dal centro CS di Firenze, devo premettere che non ho mai capito per quale motivo si sia a suo tempo occupato di questioni concernenti la strage di bologna e che perciò non rientrava nella sua competenza territoriale. Non mi sembra che abbia avuto istruzioni in tal senso dalla centrale. Probabilmente quelle del Mannucci furono iniziative provocate dalla sua voglia di protagonismo. Non ho elementi per fornire altre spiegazioni. Non ricordo quale sia stato l’elemento scatenante che determinò, infine, l’allontanamento del Mannucci da Firenze. C’erano comunque già da tempo ragioni di incompatibilità ambientale che consigliavano il suo allontanamento. Ricordo che era in rotta di collisione con il dr. Vigna e, in precedenza, anche con il capo della prima divisione col. Notarnicola.

Adr: non mi risulta che il Mannucci sia affiliato ad organizzazioni massoniche.

Adr: in questo momento non ricordo che al Mannucci vennero attribuiti due anonimi, l’uno relativo all’omicidio Pecorelli, l’altro consistente in una lettera da lui inviata, assieme al col. Nobili al giudice istruttore di Bologna dr. Gentile. Prendo atto che in detta lettera si accusava Gelli fra l’altro di implicazioni in attività stragiste e nella strage di Bologna del 2 agosto. Sul punto non ho ricordi precisi. Non so dire perché avute dette notizie non sia stato immediatamente sospeso; forse perché era in corso un’indagine della magistratura.

Adr: so che il col. Nobili, del Sios aeronautica venne proposto per l’assunzione presso il servizio. Io non ne volevo sapere nulla di questo col. Nobili poiché un’inchiesta fatta presso il Sios non ci aveva convinto.

Adr: conosco sia il Boccassin, ufficiale dell’esercito che per un certo periodo venne distaccato presso la prima divisione, che il Narciso, ufficiale dell’aeronautica. So che proposero l’assunzione del Nobili, ma non so per quali ragioni. Probabilmente su suggerimento del Mannucci. Ricordo che venne fatta un’indagine sul soggetto ed in esito a questa fu deciso di non farlo entrare nel servizio. Non ricordo sulla base di quali elementi di fatto in un appunto della prima divisione si sia giunti all’affermazione che la visita fatta dal Nobili al noto Licio Gelli non era determinata da esigenze di servizio ma semplicemente da esigenze personali del Nobili stesso.

Adr: nulla so circa il rinvenimento di armi in un appartamento di Firenze in uso al servizio.

Adr: il nome di Osmani Guelfo non mi dice nulla.

Adr: conosco il cap. Labruna soltanto di vista. A richiesta del gen. Jucci e del comando generale dei carabinieri, talvolta gli ho fatto dare, tramite la prima divisione, dei sussidi dell’ordine di 500 mila lire o un milione. Ciò è sicuramente più di una volta, ma non so per quale totale, comunque modesto. Il cap. Labruna non h mai stato utilizzato da me.

Adr: ho conosciuto il col. Mannucci negli anni ‘70 allorquando portai uno del Mossad in Toscana e mi appoggiai per questo al centro di Firenze. A parte questo episodio, fintanto che non sono divenuto capo del servizio non ho mai avuto rapporti diretti col Mannucci.

Adr: penso di potermi identificare in quell'”Orazio” che compare negli appunti del Mannucci Benincasa del 1990.

Adr: l’incontro col Mannucci cui sopra ho fatto cenno non saprei datarlo esattamente, ma lo colloco negli anni 74 – 75. Non so aggiungere altri elementi sul punto se non precisare che ero semplicemente in transito per la toscana con un agente del Mossad.

Adr: se qualcuno del servizio ha bisogno di un passaporto estero, ci sono due possibilità: o questo viene richiesto ed acquisito da un servizio collegato o, in caso estremo, ne viene fabbricato uno falso a cura del servizio italiano, come è avvenuto in un caso che è sfociato nell’arresto di due terroristi.

Alle ore 17,40 sopraggiunge il pm dr. Libero Mancuso.

Lcs