“La situazione” di cui Massagrande, Graziani, Delle Chiaie, Signorelli discussero a Nizza, era molto chiara e semplice. Graziani e Massagrande erano scappati dall’Italia dopo che nel novembre ’73 il Ministro dell’Interno -chiusosi in primo grado, P.M. Occorsio, il processo contro ON- aveva sciolto Ordine Nuovo. Tutti gli ordinovisti quindi, a prescindere dalle proprie posizioni personali con la Giustizia, potevano operare in Italia dopo il ‘73 solo in condizioni di clandestinità. Ma anche Delle Chiaie e Concutelli arrivavano a Nizza nei giorni dell’Immacolata del ‘75 perché inseguiti dai Carabinieri.
Difatti, soltanto il 2.12.75 (tre o quattro giorni appena prima della riunione di Nizza) i Carabinieri avevano fatto irruzione nel covo di Via Sartorio, fino a qualche ora prima sicura base romana di Delle Chiaie e Concutelli. Ma il 2.12.75 i CC arrestarono Tilgher non solo per i reati ascrivibili in ragione del possesso che egli aveva del covo di Via Sartorio, quanto e soprattutto perché il Tilgher era già ricercato: da alcuni giorni, infatti, -e sicuramente dalla fine del novembre ‘75- la Procura di Roma aveva spiccato una sessantina di ordini di cattura per reati associativi contro gli aderenti ad Avanguardia Nazionale; tant’è che proprio con l’arresto del Tilgher del 2.12. 75 iniziò il processo contro AN destinato a chiudersi solo nel giugno ‘76; e Tilgher durante questo processo dichiarerà ufficialmente di sciogliere AN, come a processo finito farà il Ministro dell’Interno.
Dunque, anche per Delle Chiaie e i suoi seguaci personali la lotta politica rivoluzionaria in Italia, nel dicembre ‘75 era possibile solo ed esclusivamente nelle forme e nei modi della clandestinità.
Del resto lo stesso Signorelli -non avendo in quel punto a parlare di cose che subito potevano porlo dinnanzi all’assassinio di Occorsio- ha pur spiegato, e in questa istruttoria, di aver convinto Graziani della necessità di fondere ON e AN sia per evitare lo sbando degli elementi ordinovisti, sia e soprattutto perché erano “profondamente mutate le condizioni per una lotta politica rivoluzionaria” in Italia. Tutti gli elementi raccolti in causa, con più schiettezza a fronte delle involuzioni linguistiche di Signorelli, chiamano quella “lotta rivoluzionaria” per “lotta armata”.
Difatti, come una banda armata la struttura nata ad Albano dalla fusione 0N/AN era stata articolata, secondo rigidi canoni di segretezza, in forma capillare per tutta Italia, al fine lampante di ottenere preparazione costante e prontezza indiscutibile da parte degli aderenti nella esecuzione degli ordini, la cui ideazione e decisione era lasciata alla “direzione politica” ferma nelle mani di Graziani, Massagrande, Delle Chiaie, Signorelli. Questa “direzione politica”, allora, si riunì a Nizza proprio nelle persone di Graziani, Massagrande, Delle Chiaie, Signorelli, e affrontò i due nodi essenziali che aveva dinnanzi a sé. Il primo era costituito dalla lotta che lo Stato, dopo lo scioglimento di ON nel novembre ‘73 e gli arresti del novembre ‘75 contro AN, sembrava intenzionato a muovere contro la destra eversiva, la quale personificava la repressione statuale nell’operato del giudice Occorsio, contro il quale le mura di Roma venivano riempiendosi di scritte omicidiarie.
Vi era, poi, la necessità per gli estremisti neri di confrontarsi con le Brigate Rosse, che proprio con il sequestro del giudice Sossi avevano mostrato di saper portare scompiglio negli organi costituzionali dello Stato e di saperne prendere grande clamore e successo di diffusione per stampa e per televisione.
Con maggiore serietà, Cozi ha fornito in causa i suoi ricordi sulla riunione di Nizza: punzecchiature di Graziani verso i rapporti con tanti Servizi Segreti di Concutelli (che Graziani già a Nizza nel dicembre ‘75 voleva coinvolto nel tentato omicidio di Leighton, commesso a Roma nell’ottobre ‘75) e Delle Chiaie; tanti e tanti “discorsi di politica e ideologia”, materie con le quali il buon Cozi non ha mai voluto avere eccessiva dimestichezza; un Delle Chiaie che continuamente ricordava che loro erano tutti “sotto la scure di Occorsio”, il principale nemico da abbattere.
Mai Cozi ha ricordato che quella riunione si sia chiusa nel dissenso; da essa invece uscirono tutti rinsaldati nei propositi da attuare. Ma giudizio del G.I., sul contenuto della riunione di Nizza (in significativa aderenza alla versione successiva del Cozi) si deve in toto prestar fede alla teste Robbio Mirella, che ha riferito tutta un’altra serie di fatti i quali si sono dimostrati importantissimi per il processo e sono sempre stati riscontrati per veri. Disse in proposito la Robbio di avere inteso dal Signorelli e dal Meli che a Nizza si decise “una azione eclatante per controbilanciare la risonanza delle azioni delle BR”. In conclusione, perciò, ritiene il G.I. di dover concordare col P.M., in quanto tutti gli elementi di causa dimostrano che effettivamente nel dicembre ‘75 Graziani, Massagrande, Delle Chiaie, Signorelli, con la presenza e quindi l’assenso di Concutelli, Pugliese, Cozi, a Nizza vollero dare il massimo impulso in Italia alla lotta armata, uno dei cui principali obiettivi era rappresentato dalla vita del giudice Occorsio.
Sentenza ordinanza omicidio Occorsio 1983 pag 28-33
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