Domenico Tumminello – dichiarazioni 16.02.1983

-Intento rispondere. Anche a distanza di circa un anno dall’ inizio di questa vicenda, non posso che confermare le dichiarazioni che ho gia’ reso ed in particolare nella versione fornita alla corte di assise di Bologna nel processo del dibattimento dell’ Italicus.

– Non c’ e’ dubbio che le indagini cui partecipo’ l’ allora capitano Romano di Perugia furono svolte soltanto a seguito di indicazioni che venivano da lui. Su questo non ho dubbio alcuno. Escludo pertanto che tale indagine io abbia avuto indicazioni da altra fonte. Ricevo lettura delle dichiarazioni del colonnello Romano nella parte in cui egli riferisce che all’ inizio io sarei rimasto un po’ incredulo o sorpreso che giovani di Arezzo potessero essere indicati nell’ attentato di Moiano. Mi mostrai incredulo soltanto per quanto riguardava il Batani, anzi perplesso perche’ probabilmente avevamo fatto gia’ degli accertamenti poco prima sul Batani ed era risultato che egli era a fare il servizio militare. Se ben ricordo il capitano Romano mi aveva segnalato soltanto il nome di Batani ed altri due o tre giovani di Arezzo che avrebbero partecipato ad una rissa che c’ era stata qualche mese prima. Ricordo che in quella occasione vagliarono la posizione di tutti.

– pur essendo avvenuti gli attentati di Vaiano e Moiano a distanza di pochissimi giorni, mi pare uno o due giorni, le relative indagini furono condotte separatamente: quelle di Moiano furono svolte dal mio gruppo con quello di Perugia, quelle di Vaiano dal mio gruppo e quello di Firenze.

– prendo atto che dalle dichiarazione del maresciallo Cherubini (fascicolo 3 pagina 37) e dalle dichiarazioni (fascicolo 3 foglio nr 129) di Batani massimo risulterebbe che il Cauchi forni’ delle informazioni in merito alle indagini nei confronti di estremisti di sinistra. Escludo di avere mai saputo che Cauchi o persona appartenente alla sua area abbiano fornito informazioni a noi. Avevamo una tale fama che non avrei mai consentito che i miei dipendenti si servissero per le loro indagini di personaggi di questo tipo. Prendo atto che nelle mie dichiarazioni del 19.12.81 al foglio nr 32 ebbi a dichiarare a proposito del Cauchi: “mi parve un ragazzo ben piu’ serio e riservato degli altri suoi amici e mi rimase impresso per il suo aspetto e per la circospezione con la quale rispondeva alle domande” .
Forse non ho espresso bene il mio pensiero in quella occasione ed intendo quindi chiarire che quando furono convocati negli uffici del nucleo investigativo di Arezzo, in occasione delle indagini del capitano Romano, volli recarmi a vederli di persona: erano cinque o sei. Notai subito che il Cauchi spiccava rispetto agli altri perche’ tutti gli altri pendevano dalle sue labbra ed egli appariva rispetto ad essi il capo, spesso parlava per loro e mi colpi’ il fatto che lo faceva in maniera misurata e fredda, sembrava un inglese. Escludo che in quella occasione qualcuno di essi mi abbia accennato al fatto di avere in precedenza collaborato alle indagini con il maresciallo Cherubini.

– di contatti del Cauchi col colonnello Mannucci del Rus di Firenze non ho mai saputo niente. Prendo atto che il Mannucci ha dichiarato che di tale rapporto ed in particolare di una telefonata da lui ricevuta dal Cauchi, fu informato il dr Marsili. Io di tale fatto non ho mai saputo nulla, ne’ dal Mannucci, ne’ dal Marsili, perlomeno non ricordo nulla e comunque ritengo di non essere mai stato informato dell’ oggetto del rapporto Cauchi – Mannucci.

– prendo atto che la sv mi fa osservare che nella ipotesi che l’ informativa del generale Bittoni si riferisse a Vaiano non si spiegherebbe come mai io non abbia poi fatto alcun riferimento di questa informativa al capitano Romano – trattandosi comunque di precedenti che potevano servire per illuminare la personalita’ delle persone nei cui confronti si indagava – e come mai in particolare non abbia indicato al capitano Romano il nominativo del Malentacchi. A questa domanda ho gia’ risposto in aula.
E’ impossibile che io abbia riferito al capitano Romano di avere ricevuto qualche giorno prima notizie confidenziali su quei personaggi e gli avrò anche detto che avevamo fatto anche indagini e che queste indagini avevano dato risultato negativo.
Per quanto riguarda il Malentacchi dichiaro che egli era presente insieme al Cauchi negli uffici del nucleo investigativo quando venne il capitano Romano e ricordo che per la prima volta in quella circostanza sentii parlare di Malentacchi. Non credo che il Malentacchi sia stato perquisito in quella occasione, credo che lo abbiano sentito. Se non vi e’ traccia lo avranno sentito informalmente.
La circostanza che il generale Bittoni mi abbia riferito alcuni nominativi, penso due, di persone che secondo una sua fonte erano implicate in un attentato questo è un fatto pacifico. Nel corso della prima deposizione resa a questo ufficio, io dichiarai effettivamente che l’ episodio dei riferimenti del generale Bittoni era distinto rispetto alle indagini del capitano Romano e confermo questo concetto tuttora in quanto dalla mia mente era completamente scomparso il ricordo delle indagini sull’ attentato di Vaiano.
Prendo atto che la sv mi contesta che le indagini di Vaiano in pratica sono sovrapposte e confuse con quelle di Moiano, per cui il mio ricordo di episodi distinti sarebbe incongruo alla mia ultima versione. Si e’ trattato comunque di uno scherzo di memoria.

– quando venni a conoscenza dell’ attentato dell’ Italicus telefonai all’ aiutante maggiore e al capo ufficio della legione per sapere se era necessario il mio rientro. Il mio interlocutore, certamente dopo aver consultato il comandante della legione, mi pare contestualmente – mi fece sapere che non dovevo preoccuparmi perche’ le indagini riguardavano Bologna, in quel periodo, non riguardavano certamente Arezzo. Non mi fu detto se erano state date particolari disposizioni all’ ufficiale che mi sostituiva. Nel corso di questa telefonata non si accenno’ alla presenza di soggetti da sottoporre a particolari indagini. Non credo. Io mi sentivo col capitano Penzo, che mi sostituiva, ogni sei o sette giorni.
Io ricordo di avere raccomandato al capitano Penzo di controllare i membri di quella cellula neofascista. Prendo atto che il capitano Penzo ha dichiarato di non ricordare di avere avuto tale incarico e che in effetti dai fascicoli d’ ufficio non risultano tali accertamenti. Ritengo che il capitano Penzo avrebbe dovuto comunque disporre di sua iniziativa accertamenti di questo tipo, ritengo che avrebbe dovuto consultare i suoi uomini, cioe’ i miei dipendenti, per essere informato sulle persone che potevano essere oggetto di indagini. Quando rientrai dalle ferie, chiesi se era emerso niente e mi risposero che nulla era emerso dalle indagini.

– obiettivamente non controllai se furono eseguite perquisizioni o quali indagini particolari erano state eseguite. Potrebbe anche darsi che mi abbiano detto che le indagini le aveva fatte la questura, certo che mi tranquillizzai.

– prendo atto che la sv mi fa osservare dagli atti d’ ufficio, in particolare dal verbale di perquisizione del 29.04.74 contenuto al foglio nr 18 del fascicolo nr 14181 a nome di Franci luciano del gruppo di Arezzo risulta che nel corso della perquisizione nei confronti del Franci era stato trovato un biglietto anzi uno schizzo planimetrico che pur non riferendosi probabilmente a Bologna faceva espresso riferimento a “FFSS” e che nel rapporto nr 1720/3 del 29.05.74 contenuto al foglio 25 e seguenti dello stesso fascicolo 14181 il Franci risulta menzionato in relazione agli attentati sulla linea ferroviaria Firenze – bologna come persona temuta sospetta e che dagli accertamenti eseguiti in collaborazione che il nucleo investigativo di Firenze era emerso che il Franci al tempo dell’ attentato dell’ Italicus era in servizio presso la stazione di Firenze; prendo atto che sv mi fa osservare che tali circostanze non furono portate a conoscenza dell’ AG di Bologna che indagava e non furono comunque utilizzate nonostante la loro rilevanza, sia pure possibile, per l’attentato dell’ Italicus.
Intendo precisare che io non ho mai letto i fascicoli del nucleo investigativo cioe’ dell’ ufficio che da me dipendeva. I miei dipendenti mi riferivano a voce e non mi hanno comunque evidenziato queste circostanze se le avessi avute presenti avrei senz’altro sollecitato delle indagini, comunque erano a conoscenza del nucleo investigativo di Firenze.
Il fascicolo personale nr 14181 intestato al Franci era comunque l’ unico che potesse raccogliere il materiale riferito alla persona, per quanto mi consta non mi risulta che vi fossero altri fascicoli personali.

– non ricordo in modo particolare di essere stato interessato in relazione a tentativi golpisti nel 1974. Puo’ darsi che al mio ufficio sia arrivato qualche appunto ma senza che cio’ abbia comportato particolari impegni al mio ufficio. Non vi era motivo che una notizia generica di questo tipo mi conducesse a sospendere le ferie. Non mi e’ capitato di svolgere indagini sul Fronte Nazionale di Borghese e di Orlandini. Ho captato delle voci cui qualche indagine sulla presenza di Borghese nella provincia era stata fatta qualche anno prima che io arrivassi ad Arezzo.

– prendo atto che il maresciallo Cherubini – foglio nr 38 – ha dichiarato che per addivenire alla cattura del latitante Cauchi era stata proposta una intercettazione dell’avvocato Ghinelli, autorizzazione che fu negata dal dr Marsili. A quell’ epoca io non c’ ero più.

– prendo atto che il Batani – foglio nr 129 – ha dichiarato di aver saputo dal Cauchi che egli era stato in contatto con un ufficiale a nome Lamberti e che interpello’ i carabinieri per sapere se realmente esisteva un ufficiale con tale nome. Di cio’ non so’ nulla, ne’ peraltro ho mai sentito parlare di questo Lamberti.

– ho conosciuto il professore Oggioni, sapevo che era molto amico del generale Bittoni e un giorno che capitai a Montevarchi ritenni opportuno recarmi a fargli visita.  Con Oggioni non ho mai parlato di Gelli, ne’ di massoneria. Escludo inoltre di aver parlato di Cauchi Augusto, ne’ ho mai saputo che vi fossero rapporti seppure indiretti tra il Cauchi e l’ Oggioni. Prendo atto che la sv mi riferisce che il Cauchi riferi’ al Batani – foglio nr 129 – che l’ Oggioni era vicino ai servizi segreti. Cio’ non mi risulta.

– della De Bellis so solo che me ne accennò o il maresciallo Cherubini o il capitano Romano, ricordo che mi disse che era una persona “perbene” , che veniva maltrattata dal Cauchi, ma non mi sono mai interessato alle indagini svolte dal dr Marsili con riferimento alla De Bellis.

– non ho mai conosciuto o avuto rapporti con il padre della De Bellis.

– non conosco l’ avvocato Degli Innocenti, ne’ certo Nicoli.

– il Pecorella implicato nel golpe Borghese lo conobbi soltanto nel 1953 quando fummo insieme, tenenti a Genova e ci vedevamo molto saltuariamente, poi non ci siamo piu’ visti ne’ sentiti. Il Pinto era alla legione di Firenze. Quando io ero ad Arezzo ricordo di averlo visto in occasione di qualche conferenza a Firenze. Poi lo rividi quando fui trasferito alla brigata in occasione di una sua visita al generale Bittoni.

– prendo atto che il maresciallo Cherubini – foglio nr 37 – ha dichiarato anzi ha escluso che siano stati eseguiti dopo il 4 agosto accertamenti per verificare dove si trovassero in tale data il Franci, il Batani, il Cauchi e gli altri del gruppo, nonostante fosse nota la circostanza che Franci lavorava alla stazione di Firenze, e che altresi’ il maresciallo Cherubini ha escluso che fosse gia’ noto a quel tempo il nome di Malentacchi.
Non posso che ribadire quanto ho gia’ dichiarato.

A questo punto l’ imputato spontaneamente dichiara:
– in relazione al capo di imputazione in cui mi si fa carico di avere fornito al generale Bittoni un falso alibi consistente in un ricovero in ospedale del Franci, voglio mettere in evidenza che mai e poi mai avrei potuto dire al generale Bittoni che il Franci era ricoverato nell’ospedale di Montevarchi se non fosse stato vero, dal momento che erano noti a me i rapporti distretta amicizia intercorrenti tra il generale Bittoni e il professore Oggioni, primario di quell’ ospedale.
Il generale Bittoni in una delle sue dichiarazioni rese alla corte di assise ha precisato che quando avvenne l’ attentato di Terontola, mi pare ottobre o novembre del 1974, comunque non molto dopo di quello dell’ Italicus egli intervenne di persona sul posto, vide il binario tranciato e parlo’ con gli inquirenti. Mi sembra quindi evidente che se la sua segnalazione si fosse riferita all’attentato dell’ Italicus, egli certamente in quella circostanza avrebbe rilevato che nulla era stato fatto in seguito alla sua segnalazione.

Letto confermato sottoscritto.