Paolo Aleandri – Dichiarazioni 08.08.1990

L’istituzione di collegamenti tra gruppi eversivi dell’estrema destra e la malavita organizzata romana rientra in un disegno strategico comune al Prof. Aldo SEMERARI e al Prof. Fabio DE FELICE, convinti che per il finanziamento dell’attività eversiva non fosse necessario creare una struttura finalizzata al reperimento programmatico di fondi, quando, senza eccessive compromissioni, si poteva svolgere un’attività di supporto di tipo informativo e logistico rispetto a strutture di criminalità comune già esistenti ed operanti, onde garantirsi, lo storno degli utili derivanti dalle operazioni rispetto alle quali si forniva un contributo. Ciò non escludeva l’esistenza di piccoli gruppi organizzati ideologicamente motivati, ma la funzione di questi era quella di svolgere compiti ed attività particolari nell’ambito del più generale progetto di acquisizione del potere. In questa ottica, il collegamento con una organizzazione criminale forte avrebbe consentito l’accaparramento di fondi utili a condizionare determinati meccanismi che detenevano il potere.

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“Per la instaurazione di tali collegamenti, la posizione professionale di Aldo SEMERARI era tale da consentire di per se il raggiungimento dello scopo. Il Prof. SEMERARI, aveva, infatti, contatti con diversi personaggi appartenenti all’organizzazione di cui sopra, che si rivolgevano a lui in quanto abbisognavano di assistenza professionale. Il primo collegamento venne realizzato attraverso Alessandro D’ORTENZI detto “Zanzarone”, in un incontro che, se mal non ricordo, si svolse presso la villa del Prof. DE FELICE, incontro organizzato dal SEMERARI. Quasi contemporaneamente il SEMERARI ci mise in contatto con GIUSEPPUCCI, intendo dire, con una semplificazione che può tornare utile ai fini della differenziazione delle posizioni, ma che resta comunque una semplificazione, che il contatto di cui parlo avvenne tra quelli che potremmo definire gli epigoni di “ORDINE NUOVO” (SEMERARI, DE FELICE, CALORE, io, TISEI ed altri che avevano ruotato nell’orbita di 0.N.); mi risulta che altri gruppi, mi riferisco in particolare ai N.A.R. intrattenessero rapporti con la malavita organizzata, ma pur non potendolo escludere, non posso nemmeno affermare che il contatto, nel caso loro, fosse avvenuto su sollecitazione o  tramite SEMERARI.

Voglio ancora precisare che quando parlo di malavita organizzata, ed in particolare della Banda della Magliana, il mio ricordo va ad una sorta di holding nella quale si compattavano gruppi che mantenevano comunque una loro struttura ed autonomia; personaggi come il GIUSEPPUCCI, all’epoca dei fatti che sto riferendo, godevano di un certo carisma all’interno dell’organizzazione, ma questo non vuol dire che rivestissero funzioni di capo della stessa. Ricordo ancora che rapporti con la malavita organizzata erano intrattenuti dal gruppo di Egidio GIULIANI, nella cui strategia rientrava la fornitura di supporti logistici a tutto tondo. Da elementi raccolti nel carcerario in particolare da un tipografo, tal BONSIGNORI, mi sembrò di capire che l’area alla quale il GIULIANI faceva riferimento più che la Banda della Magliana, fosse la Banda del Testaccio.

All’esito degli incontri di cui ho detto con “Zanzarone” e GIUSEPPUCCI, vi fu, da parte nostra, una specie di impegno a fornire elementi utili all’organizzazione malavitosa per l’individuazione di possibili obiettivi di sequestro di persona. Per quanto marginale possa essere la circostanza debbo anche dire che in un primo momento probabilmente per un equivoco in cui si era indotto il Prof. SEMERARI circa la mia iscrizione alla facoltà di Fisica, fu esternata l’esigenza di GIUSEPPUCCI di poter disporre di un chimico che armeggiasse con l’eroina. L’unico apporto che fummo in grado di fornire all’organizzazione di cui trattasi furono alcune indicazioni relative alle abitudini di vita e quant’altro di utile del costruttore Spartaco SPARAGO. A dire il vero si trattò di un apporto marginale, in quanto le relative notizie le avevamo apprese da tal Vittorio, probabilmente appartenente ai N.A.R che gestiva un negozio di calzature in via IV Novembre, traversa di Via Barberini in prossimità degli uffici del suddetto costruttore il cui sequestro era stato comunque preso in considerazione, e già scartato, dai referenti.

All’epoca dei fatti che sto riferendo, per quanto ho potuto constatare di persona, i rapporti che intercorrevano tra il gruppo criminale denominato Banda della Magliana, o per meglio dire, tra i suoi esponenti, ed il Prof. SEMERARI, era quello di una sorta di sudditanza dei primi al secondo, il quale esercitava su di loro una notevole influenza in forza dei benefici che costoro si aspettavano di conseguire per effetto delle sue prestazioni professionali; con il passar del tempo, probabilmente, in considerazione di aspettative frustrate dai fatti, ho potuto constatare un progressivo raffreddamento di rapporti degli uni verso l’altro. All’epoca dei nostri primi contatti, comunque, il SEMERARI spendeva egregiamente la carta della grande influenza che riusciva ad esercitare. Gli incontri tra me il GIUSEPPUCCI, mediati dal SEMERARI, avvennero inizialmente nello studio di questi; sebbene il mio interlocutore fosse principalmente il GIUSEPPUCCI, negli incontri presso lo studio del Prof. SEMERARI ebbi modo di conoscere anche Maurizio ABBATINO, Edoardo TOSCANO, Marcello COLAFIGLI e Damaso DE SANTIS.”