– Ho prestato servizio presso la compagnia cc di San Giovanni Valdarno dal 8.9.69 al 8.9.74 in qualita’ di comandante. Non ricordo di avere svolto alcun accertamento presso l’ospedale locale che si riferisce alla persona di Franci Luciano. Se la sv mi fa presente che questo accertamento sarebbe avvenuto nell’ agosto 1974 su disposizione del comandante del gruppo di Arezzo, devo ugualmente escludere di essere stato io ad eseguire questo accertamento o comunque a delegare un mio dipendente per tale accertamento. Ne’ ho avuto mai notizia che un tale accertamento sia stato eseguito.
Lo avrei ricordato perche’ il nome di Franci mi era noto, facendo parte di quella schiera di una ventina di giovani estremisti di destra, gia’ noti allora, che si vedevano sempre in compagnia del Ghinelli. Ricordo che questi giovani seguivano tanto il Ghinelli quanto il Birindelli per i comizi che questi facevano per la Toscana. Per quanto mi riguarda ricordo di alcuni comizi tenuti dal Ghinelli e dal Birindelli a Montevarchi durante le campagne elettorali che ci sono state fra il 1969 e 1974. Ricordo con precisione che il Birindelli venne a Montevarchi 2 o 3 volte in tutto, presentato dal Ghinelli e dal segretario locale del partito, certamente una volta nel 1974.
In tutte queste occasioni c’ era sempre il seguito di una ventina di ragazzi per lo piu’ aretini. Pur non avendo mai identificato costoro era notorio, per le notizie anche apprese ad Arezzo, nell’ambiente dell’ arma, che sia il Franci che il Malentacchi facevano parte di questo gruppetto che si spostava a seguito degli oratori. Tali nominativi emersero pubblicamente sulla stampa dopo l’ attentato di Moiano, ma nel nostro ambiente erano gia’ conosciuti come estremisti di destra al seguito di Ghinelli.
– posso trarre la conclusione che, se io sono stato in servizio ad agosto del 1974, l’ accertamento non e’ stato eseguito mio tramite. Se non sono stato in servizio, deve avermi sostituito il tenente Alvise della tenenza di Figline o il maresciallo Corrias della stazione San Giovanni Valdarno, attualmente ancora in servizio presso gli stessi uffici.
– per quanto ricordi il tenente colonnello Tuminello rimase in servizio al gruppo di Arezzo sino al settembre 1974 e ricordo che, quando io andai via, lui era prossimo ad essere trasferito in cio’ sollecitato dal generale Bittoni che era rimasto senza il capo segreteria e sollecitava il suo trasferimento. Ricordo che vi era un problema per il Tuminello costituito dal fatto che mancavano pochi mesi al completamento del periodo di comando.
– Quando il Tuminello non era presente al gruppo di Arezzo, lo sostituiva il capitano penso.
– Durante il mio periodo di comando presso la compagnia di San Giovanni Valdarno, nel 1971, trovandomi nell’ ufficio del tenente colonnello Mazzei a conclusione di un rapporto, fui invitato ad accompagnare il tenente colonnello Mazzei a fare visita ad un suo amico. Fu cosi’ che mi trovai, mio malgrado, nella famosa villa “Wanda” e vidi la prima volta il Gelli.
Mi resi conto cosi’ che il Gelli era la persona che aveva visto alcune volte uscire dall’ ufficio del Mazzei. Questi con una scusa mi lascio’ con il Gelli, il quale mi chiese con tono autoritario e dandomi del “tu”, come mai non mi fossi presentato prima a lui. Gli feci presente che non sapevo chi fosse e che comunque non era un cittadino residente nel mio territorio. Arrivarono due telefonate ed in relazione ad una di esse mi disse che si trattava del presidente del Consiglio, che al tempo era Andreotti, ed in relazione all’ altra che si trattava dell’ onorevole Marriotti. Ebbi l’ impressione che si volesse dare importanza nei miei confronti, sicche’ ne rimasi disgustato. Per fortuna mi levo’ dall’ imbarazzo il ritorno nella stanza del tenente colonnello Mazzei, al quale successivamente manifestai senza mezzi termini che avevo avuto l’ impressione di trovarmi di fronte ad un pazzo o ad un megalomane. Mi riferivo in particolare al fatto che il Gelli mi aveva chiesto se non trovavo intollerabile che le spoglie reali si trovassero ancora all’ estero e che Vittorio Emanuele non poteva tornare in Italia. Da allora i miei rapporti con Mazzei si deteriorarono. Difatti mi resi conto che Mazzei era grande amico del Gelli e recentemente ho saputo che Mazzei introdusse molti ufficiali nella loggia di Gelli. Mi consigliai poi con l’ avvocato Valenti Mario il quale mi mise sull’ avviso, avvertendomi che quella di Gelli era una massoneria sui generis, dalla quale lui era uscito fuori fondando una loggia nel Valdarno. Successivamente seppi che anche il generale Bittoni nel 1973 aveva lasciato la loggia del Gelli per divergenze.
– Ho gia’ spiegato al GI di Roma tutti i particolari della vicenda che mi ha visto coinvolto nella storia della P2 ingiustamente, essendo stata la mia domanda alla massoneria, fatta all avvocato Valenti, in qualita’ di maestro venerabile della Setteponti, utilizzata per la P2 a mia insaputa e contro la mia volonta’ . Manifestai infatti al successore di Valenti ingegner Lombardi Arduino di Montevarchi le mie rimostranze. Per quanto riguarda la mia adesione alla massoneria posso dire che il Valenti mi consiglio’ di aderire per evitare rappresaglie di Gelli.
Letto confermato e sottoscritto
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