Dichiarazioni col. cc Giorgio Morandi 04.01.1993

Adr: fino al 1986, mi pare fino ai primi mesi dell’ anno, i fascicoli venivano tenuti senza che venisse redatto alcun indice.

Adr: nel 1986 venne emanata una disposizione di carattere generale, in virtu’ della quale da allora in avanti gli atti vennero indicizzati con annotazione sulla copertina. Il complesso di atti antecedenti al 1986 non e’ stato indicizzato poiche’ cio’ non era stato previsto da alcuna disposizione. In taluni casi gli atti sono stati contrassegnati nella loro globalita’ con la dicitura “atto 1”.

Adr: come lei ha potuto constatare alcuni dei fascicoli richiesti non sono stati rintracciati in quanto risultano distrutti. La distruzione dei fascicoli presso i centri periferici e’ normale in quanto l’ archivio del servizio e’ conservato nella sua interezza presso la prima divisione di Forte Braschi. E’ prassi dei centri conservare solo gli atti relativi alle pratiche correnti o a situazioni di particolare attualita’. La distruzione di ogni atto contrassegnato come “segreto” e’ attestata da un apposito verbale. La distruzione degli atti semplicemente “riservati” e’ annotata con una dicitura sul registro di protocollo recante la data della distruzione. Prendo atto che il fascicolo “Ducceschi” risulta distrutto ma non e’ indicata la data. Puo’ essere che sia stato distrutto insieme ad altri atti. Il timbro distruzione rilevato dall’ ufficio con riferimento ad alcune pratiche e’ stato istituito in epoca che al momento non so precisare.

Adr: non ricordo di avere dato disposizioni in merito alla distruzione del fascicolo “Ducceschi”.

Adr: sono stato vicecapo del centro dal settembre 1972 all’ottobre 1984. Sono stato quindi trasferito al distaccamento di Perugia e sono rientrato a Firenze come capocentro nel maggio 1991.

Adr: il col Nobili, era a capo dell’ ufficio Sios A.M. ubicato presso la scuola di guerra aerea di Firenze ed ha frequentato assiduamente il centro di Firenze dalla meta’ degli anni 70 sino a quando non ho lasciato il centro di Firenze. Negli ultimi tempi il Nobili era meno assiduo che in precedenza. Il col Nobili aveva un rapporto personale ed esclusivo con il col Mannucci e spesso si tratteneva con lui sino a notte inoltrata. Io sono sempre stato molto riservato e non mi sono mai preoccupato di sapere quali attivita’ interessassero i due.

Adr: non so nulla in merito ad esposti anonimi redatti dal Nobili e dal Mannucci, in ordine a cio’ ho appreso notizie dalla stampa.

Adr: Manfredi era il nome di copertura del col Mannucci, nome registrato presso il servizio come da prassi. Autorizzato da lei GI ad interpellare sul punto il Mar. Silvestri, il quale mi rammenta che il nome di copertura ufficiale di Mannucci era “Franco”. Manfredi e’ un nome che ho appreso che egli abbia usato a distanza di anni.

Adr: il col Mannucci dopo la strage del 800802 si preoccupo’ di andare a Bologna per verificare, con l’ ausilio del col Spampinato, la natura dell’ esplosivo; non so precisare se si sia recato a Bologna di propria iniziativa o dietro input del direttore della prima divisione, nostro superiore gerarchico e del direttore del servizio. Quest’ ultima ipotesi mi pare anomala in quanto la linea gerarchica passa attraverso il direttore della prima divisione. L’ interessamento del col Mannucci per le indagini sulla strage di Bologna e’ proseguito, tant’ e’ che ha effettuato numerosi viaggi in quella citta’. Non posso precisare se cio’ sia avvenuto su sollecitazione della prima divisione. E’ scontato che in tali sue attivita’ il col Mannucci abbia preso contatto con il capocentro di Bologna. Mi sembra di ricordare che Mannucci non fosse aiutato da nessuno dei collaboratori del centro di Firenze nelle attivita’ concernenti le indagini sulla strage di Bologna.

Adr: le visite di Gelli a questi uffici sono secondo me una semplice diceria.

Adr: c’erano persone che non avevano un rapporto istituzionale con il centro, ma avevano un rapporto fiduciario, esclusivo e personale con il direttore dell’ epoca col Mannucci. Tra queste persone ricordo il Coppetti, Poggiolini e Giunchiglia.Per quest’ ultimo ho qualche dubbio nel senso che ho appreso le frequentazioni col Mannucci da voci di corridoio.

Adr: in considerazione della mia posizione nel centro di Firenze ho appreso che l’Oggioni, buon amico del col Mannucci ebbe la possibilita’ di stabilire un contatto tra Mannucci stesso e Cauchi tramite una infermiera che lavorava con lui nell’ ospedale di Montevarchi. L’ Oggioni attraverso questa donna aveva raccolto notizie sugli attentati dinamitardi commessi da estremisti di destra orbitanti nell’ area di Foiano della Chiana ed aveva segnalato tutto cio’ al Mannucci, in particolare segnalo’ il nome del Cauchi.