La strage di Piazza della Loggia e la morte di Silvio Ferrari

NAPOLI (72) ha dichiarato che MELIOLI “Fece riferimento a quel ragazzo che esplose su uno scooter, che in pratica lui disse che non era stata una disgrazia, ma gliel’avevano collocata per farlo esplodere per la strada…”
Quanto più specificamente con riferimento alla strage del 28.5.74, MELIOLI ha confermato il seguente passo del verbale 27.6.97:
“MELIOLI da come si espresse dimostrò di conoscere nei dettagli la dinamica dell’episodio, comunque mi dette l’impressione che le sue fonti in ordine alla strage avessero partecipato direttamente alla stessa”.
E, ci si chiede, chi più del MELIOLI, che ne era l’organizzatore materiale, poteva conoscere la dinamica della strage di Brescia e dare l’impressione di essere vicino alle fonti?
NAPOLI ha confermato anche i seguenti passi “Il MELIOLI mi disse che aveva agito un gruppo bresciano, vicino per posizione ad Ordine Nuovo ; non mi fece dei nomi, ma precisò che dello stesso aveva fatto parte quel Silvio FERRARI che era saltato in aria sulla sua vespa qualche giorno prima della strage di Brescia; MELIOLI mi disse che si era trattato di un omicidio, nel senso che il FERRARI era stato eliminato dal suo stesso gruppo in quanto era
diventato un anello debole. Non mi precisò il MELIOLI in che cosa consistesse questa “debolezza” del FERRARI ; non mi sembra, tuttavia, che abbia fatto riferimento ad una sua presunta infamia , nel senso che il FERRARI fosse stato ucciso in quanto aveva parlato.” (si veda il verbale sopra citato).
Ulteriore e fondamentale concordanza tra le dichiarazioni di TRAMONTE e quelle del NAPOLI ( che riferisce quanto appreso da MELIOLI) sussistono con riferimento alle responsabilità di Ermanno BUZZI, al quale il MELIOLI avrebbe attribuito un ruolo marginale, che ben si concilia con il semplice trasporto dell’ordigno che il primo gli attribuisce:
“Il predetto mi parlò anche di un qualche coinvolgimento di Ermanno BUZZI nella strage. Ne parlò, tuttavia, come se si fosse trattato di una partecipazione marginale, di un ruolo minore. Disse che comunque BUZZI era a conoscenza di come si fossero svolte le cose e in particolare sapeva di aveva collocato l’ordigno e chi comunque aveva direttamente agito. MELIOLI parlò di BUZZI come di un soggetto vicino al gruppo bresciano, ma che non ne faceva direttamente parte”. (vedasi verbale sopra citato).
In dibattimento, con riferimento alla posizione di BUZZI, NAPOLI ha aggiunto:
“faceva capire questo che fosse stato coinvolto, messo là a coprire, ma in realtà lui c’entrasse relativamente…qualcosa conosceva, però lì era in discussione come doppio giochista, come informatore”.
Come si può notare è esattamente il ruolo che viene attribuito da TRAMONTE: BUZZI si inserisce nel trasporto dell’ordigno.
NAPOLI ha confermato anche quanto segue: “solo dopo la morte di BUZZI MELIOLI mi riferì che questi era stato un confidente dei Carabinieri…di Carabinieri di Brescia”
Anche l’analisi complessiva dei fatti stragistici ed eversivi di quegli anni, tutti uniti da una finalità golpistica , con coinvolgimento dei militari e dei Carabinieri, coincide con quella di TRAMONTE. NAPOLI ha confermato, infatti anche il seguente passo:
“Nell’ambito dei discorsi fatti nel 1981, MELIOLI mi disse che tutti gli attentati che si erano verificati a partire da piazza Fontana, ivi compresa la strage di Piazza della Loggia e l’Italicus , erano caratterizzati da una comune regia, da un comune filo conduttore , tutti questi attentati miravano alla presa del potere tramite un colpo di stato militare.
Ha confermato altresì quanto segue, sempre del verbale 26.1.98:
“In ordine all’attentato di Piazza Fontana confermo che MELIOLI sosteneva che gli organizzatori dell’attentato di Piazza Fontana era il gruppo ordinovista veneto, i particolare FACHINI e FREDA, ma che l’ordigno era stato materialmente deposto proprio da VALPREDA, appartenente ad un gruppo anarchico in cui si era infiltrato MERLINO” . Più avanti NAPOLI, nel confermare precedenti verbali, ha
chiarito che in sostanza VALPREDA era stato strumentalizzato, in quanto “qualcuno aveva modificato l’orario sul timer”.
MELIOLI riferì a NAPOLI anche particolari sulle modalità di collocazione dell’ordigno sull’Italicus (chi collocò l’ordigno non salì ad una stazione) a dimostrazione della sua intraneità alla destra stragista.
NAPOLI ha anche aggiunto che MELIOLI era sulla stessa linea di FACHINI e che lo sentì parlare della ripartizione di Ordine Nuovo in cellule (a conferma di TRAMONTE), con la presenza di un responsabile che era l’unico a conoscere i nomi dei responsabili delle altre cellule.
MELIOLI parlò a NAPOLI dell’esistenza di rapporti tra Ordine Nuovo e i servizi segreti americani (a conferma di DIGILIO e TRAMONTE) , confermando il verbale nel passo in cui afferma : “Si dava per scontato nell’ambiente di destra che dietro i servizi segreti ci fosse la C.I.A.”. Ha aggiunto anche queste cose le apprese anche d MELIOLI. “… si faceva riferimento che i contatti che aveva FACHINI con il SISMI e con i servizi italiani di fatto erano contatti che…cioè i servizi italiani non potevano manovrare se non c’era la CIA dietro e comunque davano per scontato che ci fossero ufficiali della C.I.A. che avessero agganci all’interno dell’organizzazione”.
A conferma di quanto dichiarato da TRAMONTE, MELIOLI riferì a NAPOLI di traffici di opere d’arte per autofinanziamento, e ha nominato GAIBA, un ferrarese conosciuto non solo da MELIOLI, ma anche da FREDA. Si tratta di circostanze che confermano quanto dichiarato da TRAMONTE sul punto.
MELIOLI parlò a NAPOLI anche del GOLPE BORGHESE, affermando “che praticamente era il colpo di stato quello più veritiero,importante e che andò più vicino alla realizzazione”.
MELIOLI aveva rapporti con MAGGI  responsabile di ON per il Veneto. MAGGI era al corrente di dove si trovassero le armi occultate presso il Poligono di tiro di Venezia, e MELIOLI, e altri di Padova, temevano che il predetto parlasse e pertanto le spostarono. MAGGI e FACHINI si conoscevano, “sicuramente tramite MELIOLI”. MELIOLI conosceva RAUTI, e aveva rapporti anche con la figlia di questi.
Spessissimo MELIOLI si recava a Roma. NAPOLI,a conferma delle propensioni “stragistiche” di MELIOLI, ha precisato di aver visto da lui “delle sveglie che aveva modificato per ordigni…delle pistole, una mitraglietta…” .
Gli mostrò anche dell’esplosivo, a forma di “formaggio pecorino stagionato”. Si pensi all’esplosivo con tali caratteristiche, presumibilmente tritolo, più volte citato, e di cui disponeva lo ZORZI. NAPOLI ha anche parlato di una lettera di FACHINI, proveniente da FERRARA, diretta appunto al MELIOLI, che questi gli disse contenere una sorta di ricatto, e che commentò con riferimento al rischio che venisse rinvenuta. MELIOLI disse che FACHINI doveva essere impazzito a mandargli quella lettera. Ha confermato  che quella lettera faceva riferimento a “responsabilità connesse alla strage di Piazza Fontana” “che vedevano insieme FREDA e FACHINI”.
MELIOLI ha confermato le idee prettamente stragistiche che animavano Delfo ZORZI, così come MELIOLI, FACHINI e FREDA.
Memoria PM Strage di Piazza della Loggia