Ferdinando Accornero – dichiarazioni 11.02.1985

Sono iscritto alla massoneria dal 1945 e precisamente al Grande Oriente d’Italia. Ho dunque vissuto tutte le complesse vicende che hanno riguardato la massoneria italiana a partire dal 1971,epoca in cui Gelli Licio venne nominato dal gran maestro Salvini Lino segretario organizzativo della loggia P2, come da missiva spedita da Salvini a Gelli il 711210 che esibisco in copia (allegato 1) .

Faccio presente come la carica di segretario organizzativo non fosse prevista dalla costituzione, che non prevede altresi’ la formazione di logge “coperte” , ne’ una struttura di loggia a giurisdizione nazionale quale la P2. La ascesa di Gelli nella massoneria e la costituzione della loggia P2, avvenne grazie alla amicizia e alle coperture dei gran maestri Gamberini, Salvini, Ascarelli Roberto, e Battelli, che provvidero anche ad inviare iscritti alla loggia di Gelli.

Cio’ perche’ tutti i predetti si riconoscevano nella finalità di Gelli ed in tal modo intendevano contribuire al potenziamento della struttura massonica coperta. Io sin dal 1972 entrai in conflitto con Gelli poiche’ riconobbi ben presto la sua pericolosità ed i suoi fini anticostituzionali, in conflittocon lo stesso spirito massonico; tanto che in data 720512 formulai una “tavola d’accusa” contro Gelli che inoltrai al gran maestro Salvini (allegato 2) che l’ archivio d’autorita Gelli, inoltre, dopo aver denominato, in un primo tempo il gruppo massonico che faceva capo a lui come “raggruppamento Gelli” , lo denominò successivamente, anzi divenne maestro venerabile della loggia Propaganda 2, così denominata dal gran maestro Gamberini. All’epoca il gran maestro Salvini (1971 – 1972) ci comunicò che tutta la giunta esecutiva di palazzo Giustiniani apparteneva d’ ufficio, sia pur provvisoriamente, alla loggia propaganda 2, il che consentiva a Gelli di spendere i nomi dei massoni di maggiore spicco e quindi reclutare più facilmente neofiti nella P2. Il mio dissidio nei confronti della condotta di Gelli si tradusse poi nei rilievi specifici che io con lettera aperta del 730115, spedita ai vertici della massoneria ufficiale formulavo a carico di Gelli (allegato 3) ponendo in evidenza, in contesto con la costituzione massonica, la formazione di un raggruppamento Gelli e la sua dichiarazione di occuparsi di argomenti a carattere politico, proprio lui che aveva gravi e pesanti precedenti fascisti e che disponeva, all’ epoca, di schedari in codice dei suoi iscritti alla P2. Tali ingerenze di colore politico sono vietate proprio dalla costituzione massonica che vieta di trattare in loggia argomenti di politica e di religione. Già nel 1972, poi, era nota, negli ambienti massonici, l’appartenenza di Gelli alla estrema destra, poiché circolava la lettera che il senatore Corsini del Psi spediva il 720430 da Pistoia al “fratello Menotti (allegato 4).

Menotti era un fratello della mia loggia e nel leggere la mia “tavola di accusa” si rivolse per ulteriori informazioni, al senatore Corsini che aveva fatto parte del comitato nazionale di liberazione e come tale aveva partecipato alla lotta partigiana ed era a conoscenza della attività di Gelli durante il periodo repubblichino. Gelli era stato condannato a morte per collaborazionismo e per spietate attivita’ antipartigiane come risulta dalla lettera cui ho fatto riferimento.

Negli ambienti della massoneria si diceva poi che Gelli aveva comandato plotoni di esecuzione nazifascisti. Una scheda in proposito fu’ pubblicata sul giornale “OP” di Pecorelli il 770111 (allegato 5) . Era noto come Pecorelli fosse in possesso di elementi per ricattare Gelli. In particolare si diceva che Pecorelli fosse al corrente di un traffico di armi che vedeva coinvolti Gelli, Salvini e Del Bene, quest’ultimo spedizioniere fiorentino. Si faceva riferimento a cassette che venivano trasportate nel porto di Livorno, una delle quali si sarebbe casualmente aperta facendo fuoriuscire armi in luogo degli oggetti scientifici che avrebbero dovuto contenere. Questo episodio dovrebbe risalire al 1975.

Nel 1960 il gran maestro tron mi confidò che risultavano “al suo orecchio” solo quattordici nominativi che non risultavano nei piedilista delle logge. Con l’ avvento di Gelli gli iscritti alla P2 salirono a quattrocento e successivamente e circa mille, mentre il Gelli dichiarava che in realtà gli iscritti erano circa duemila, per cui solo una meta’ risultava nelle liste di Castiglion Fibocchi. Che poi gli iscritti nelle liste di Castiglion Fibocchi fossero solo una parte degli aderenti alla P2, risulta esplicitamente dalla missiva del 790320 spedita da Gelli al generale Battelli (allegato nr 6) . Faccio richiamo come Gelli in tale lettera faccia anche riferimento all’ esercizio di una giurisdizione nazionale della P2, giurisdizione nazionale non prevista dalla costituzione massonica.

E’ noto poi come Gelli abbia fatto un ricorso cosi’ massiccio agli iscritti riservati che non risultavano negli elenchi di Castiglion Fibocchi con la presenza di militari e politici. Per quanto riguarda la figura del professor Semerari Aldo posso dire che costui è stato mio assistente da giovane, poiche’ neuropsichiatra come me. Semerari era iscritto alla massoneria e in seguito ho sentito negli ambienti massonici che era passato alla P2 tramite i suoi rapporti con Gamberini. Cio’ avvenne nel periodo “Salviniano” e cioè nel 1970 – 1971. Ritengo che in proposito possa essere più preciso di me l’ ingegnere Siniscalchi Francesco residente a Roma alla via Montanelli nr 4.

 

– Mi risulta che nel rito scozzese “antico e accettato” che fa capo all’ ex sindaco di Trieste Cecovini, la maggior parte, ovvero la totalità degli iscritti erano, fino alla esistenza della P2, iscritti contemporaneamente a tale loggia.

Cio’ figurava in una lettera scritta da battelli al gran maestro onorario Sinchetto. All’ interno della loggia massonica P2 esiste un rapporto gerarchico in base al quale veniva riconoscuto al gran maestro venerabile Gelli licio potere di comando e di direzione, potere che Gelli esercitera’ dal 1971alla primavera del 1981, periodo durante la quale egli e’ stato saldamente alla testa della P2 sostenuto prevalentemente da  Gamberini e successivamente da Salvini e Battelli.

– non so se sia tuttora operante il gruppo Cecovini e se questo riunisca ancora sopravvivenze piduiste, cosi’ come non so se Bricchi, gia’ appartenete alla P2 ed in relazione con la massoneria americana, attualmente uscito dal Grande Oriente d’Italia per aggregarsi al supremo consiglio del rito scozzese antico e accettato capeggiato da Bruni, possa ancora esercitare un’ azione analoga a quella della P2.

– l’ unico episodio che riguardi specificatamente riferimenti relativi all’attivita’ eversiva di Gelli a mia diretta conoscenza, riguarda cio’ che appresi dal gran maestro Salvini in una seduta di giunta tenutasi il 710710, alla quale fui presente. Poiche’ cio’ che Salvini riferiva mi colpi’ presi degli appunti che poi sviluppai. Ricordo che Salvini ci mise al corrente di un progetto di colpo di stato che Gelli stava programmando per i prossimi mesi. La cosa a suo dire, preoccupava il Salvini che ce la riferì per portarci in allarme nei confronti di Gelli in quanto, evidentemente, in quel periodo i suoi rapporti con Gelli non erano buoni. Infatti tra Gelli e Salvini si alternavano periodi di stretta collaborazione a periodi di tensione.

Esibisco altresi’ lettera inviatami da Gelli nel 730200 e gia’ prodotta agli atti della commissione d’inchiesta; in questa sede aggiungo la risposta che io inviai nel marzo successivo a Gelli e che non esibii alla commissione (allegato 7) .

A dimostrazione, poi, che Gamberini sosteneva Gelli produco due fotocopie tratte dalla documentazione della commissione d’ inchiesta parlamentare che dimostrano come ancora nel 1977 e nel 1980 Gamberini riceveva delle somme da Gelli quale contributo per le iniziazioni che lo stesso Gamberini effettuava all’ hotel Excelsior (allegato 8) .

Per quanto riguarda l’ origine di Gelli in una loggia coperta, esibisco, tratta dalla documentazione della commissione parlamentare d’ inchiesta, una lettera dell’ avvocato Ascarelli Roberto, che sollecita il, trasferimento di Gelli in una loggia coperta e successivamente una lettera a firma del gran segretario Genova Umberto inviata al maestro venerabile della loggia Romagnosi, che richiede il fascicolo personale di detto Gelli. E inoltre copia del processo verbale di interrogatorio di Gamberini giordano reso al GI dr Cudillo, allegato agli atti della commissione, nel quale Gamberini dichiara: “ho sentito parlare per la prima volta di Gelli nel 1966, quando l’ avvocato Ascarelli Roberto, allora mio gran maestro aggiunto, mi invio’ la lettera che produco in fotocopia. Preciso che l’ Ascarelli parlando della “Hod” non si riferiva altro che alla propaganda numero due. Nella stessa Gamberini dichiara inoltre di avere proceduto a delle iniziazioni della P2 prima in via condotti ed in seguito all’ Excelsior (allegato 9) .

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