Aurelio Fianchini – dichiarazioni 20.12.1975

“Avendo interesse di sapere più di quanto dalle voci del carcere io avevo appreso sul conto del Franci, dopo circa un mese, un mese e mezzo, dal mio ingresso gli proposi di evadere anche perché il Franci si lamentava con me di essere stato abbandonato da tutti tranne che dal suo difensore che talvolta gli dava anche del denaro. E presentai perciò la possibilità di evadere e anche di espatriare, precisandogli il fatto che io conoscevo (ma la circostanza è infondata e gliela dedussi solo per accreditare ancora di più la fondatezza del mio piano) a San Benedetto del Tronto dei proprietari di pescherecci che ci avrebbero portato in Albania o in Jugoslavia. E allorché il Franci mi rappresentò la difficoltà che eventualmente poteva sorgere per il suo espatrio essendo egli un fascista, lo rassicurai dicendogli che quella difficoltà non sarebbe sorta a patto che egli avesse parlato e soprattutto fatto i nomi delle persone e dei personaggi che erano implicati nei fatti a lui noti. Fu dopo tale discorso che io conquistai la piena fiducia del Franci e lo convinsi anche e a non parlare del nostro piano al suo avvocato, come egli intendeva fare poiché in tal caso sicuramente lo stesso sarebbe fallito. Dopo le precisazioni che egli fece sull’attentato di Terontola io gli chiesi cosa ne sapesse dell’Italicus (…) Il Franci mi rispose subito che egli per quella notte aveva un alibi di ferro avendo lavorato alla Stazione di Santa Maria Novella. Non continuammo il discorso che rimase quindi aperto e che su mia iniziativa venne ripreso dopo qualche giorno allorché io gli manifestai la mia convinzione che il suo gruppo non dovesse essere estraneo a quella criminale impresa. Ed allora dopo molte reticenze il Franci si indusse a dirmi che l’ordigno era stato fornito dal Tuti alla Luddi ed al Malentacchi che lo aveva poi preparato e che era stato trasportato a Firenze dagli stessi con la macchina della Luddi e che egli Franci, che poteva liberamente muoversi per effetto del suo lavoro nella Stazione di Firenze, aveva fatto da palo. Altro non chiesi per evitare che il Franci potesse insospettirsi del mio interessamento”.

Aurelio Fianchini – dichiarazioni 20.12.1975